Teatro Puccini pieno per la Gkn, i lavoratori chiedono la nazionalizzazione: “Fantascienza? Tante cose lo sembravano”
Centinaia di persone e decine di sigle, ancora una dimostrazione di forza del collettivo operaio. Salvetti: “Unire tutte le lotte”
Ennesima dimostrazione di forza e compattezza per i lavoratori del Collettivo di Fabbrica della Gkn. Il teatro Puccini, ieri sera, in occasione dell'assemblea aperta alla cittadinanza, era pieno. Giovanissimi, adulti, anziani. Centinaia di persone accorse a portare sostegno agli operai e ad ascoltare le ragioni della loro protesta.
“Grazie a tutti”, scandisce dal palco Dario Salvetti, il leader di quella che è diventata una vera e propria comunità di lavoratori e lavoratrici, che dal 9 luglio scorso, giorno della fatidica mail che annunciava chiusura dello stabilimento di Campi Bisenzio e licenziamento collettivo, presidiano la fabbrica.
Dietro, l'immancabile striscione 'Insorgiamo'. Si entra con il Green pass e, pur se qualcuno resta fuori, chi aveva fatto il tampone per partecipare viene rimborsato con la cassa di resistenza.
“Evitiamo che la situazione si 'normalizzi', che l'opinione pubblica si appaghi, che questa vertenza finisca nel dimenticatoio come tante altre in passato, a cominciare dalla Bekaert (l'ex Pirelli di Figline, chiusa nel giugno 2018 dalla multinazionale belga proprietaria con il licenziamento di 318 lavoratori, ndr). Furono spesi fiumi di parole e inchiostro: solo fumo. Per questo per noi lo sciopero generale deve essere anche uno sciopero del silenzio, in un Paese soffocato dal rumore di fondo e dove le questioni importanti non trovano spazio”, prosegue Salvetti.
E' proprio la 'normalizzazione', l'assopimento, quello che il leader della protesta vuole evitare. “Se scattano gli ammortizzatori sociali ora viene fatto un favore all'azienda, che risparmia. Nello stesso tempo si distruggono i posti di lavoro e si fa cessare la battaglia. Noi abbiamo le capacità per condurre l'azienda come e anche meglio successo fino allo stop della produzione”, scandisce.
Gkn, il tribunale del lavoro blocca i licenziamenti
Non sono mancati, prosegue ancora dal palco quello che, suo malgrado, è diventato un punto di riferimento per tantissimi, dentro e fuori la fabbrica, momenti di stanchezza e sconforto. Qualche operaio ha mollato il presidio, ma l'occupazione permanente prosegue, perché “se diventi pecora di fronte al lupo lo sarai sempre. E noi non lo siamo”.
Un punto sta particolarmente a cuore: “Ci hanno accusato di violenza, per qualche insulto volato contro i dirigenti di fabbrica l'unica volta che si sono fatti vedere. E quella sarebbe violenza? No, da noi operai della Gkn non è mai arrivata violenza e non arriverà mai. La violenza è quella di un sistema che chiude la fabbrica da un momento all'altro, che da oltre 110 giorni ci lascia appesi ad un futuro senza alcuna certezza, senza lavorare. La violenza, quotidiana, è quella intrisa in questa società e in questo sistema di produzione”.
Il pubblico si scalda, applaude convinto. Tanti, nelle prime fila, hanno i capelli bianchi. Una signora anziana, che cammina a fatica, si alza e va ad abbracciare Carlotta, del 'Coordinamento donne', dopo che la ragazza ha raccontato, quasi in lacrime, la sua esperienza di lavoro. “Sono precaria e senza alcuna prospettiva. Se va bene - le sue parole -, mi rinnovano il contratto a tre mesi. Ma alle mie compagne va peggio, tante sono immigrate e sono costrette a subire ogni sorta di molestia, anche sessuale, per mantenere la famiglia qui e mandare qualche soldo al loro Paese”.
La platea si stringe anche ad una giovane attivista di Potere al Popolo, 23enne, che con coraggio affronta una delle questioni più urgenti della nostra società. “La violenza contro le donne e il maschilismo ci opprimono. Stiamo attenti perché succede anche qui, in ambienti di sinistra”.
A susseguirsi sono tantissimi interventi. Esponenti dei portuali di Genova, di Piaggio, Alitalia, Fridays for Future, 'Ogni giorno è il 1° Maggio', Anpi, Fiom Cgil, iil rappresentante degli studenti del Calamandrei, dei Cobas dell'Ataf, “anche se l'Ataf dal 1° novembre non esisterà più. Hanno privatizzato il trasporto pubblico a partire da Renzi e gli effetti nefasti si sono visti sul servizio”, attacca Alessandro Nannini. L'assemblea, iniziata poco dopo le 21, termina a mezzanotte. E tanti interventi previsti devono saltare.
In 20mila a Fienze per la Gkn
Tra i momenti più toccanti l'intervento di Manuela Rombi, madre di Emanuela, giovane morta dopo oltre quaranta giorni di agonia per la strage di Viareggio. “Si poteva evitare, ma hanno tagliato sulla sicurezza e continuano a farlo”, dice la donna, salita sul palco con la gigantografia della figlia al collo. Parole che lasciano il groppo in gola.
Interviene anche Danilo Conte, uno dei giuslavoristi che hanno steso la proposta di legge, ora depositata alla Camera (primi firmatari il senatore Matteo Mantero di Potere al Popolo e la deputata Yana Ehm del gruppo misto) contro le delocalizzazioni. “Se fosse approvata - sottolinea -, tanti 'casi Gkn' potrebbero essere evitati”.
Salvetti insiste sulla nazionalizzazione: “Fantascienza? Tante cose lo sembravano eppure in questi mesi le abbiamo realizzate”. Alla manifestazione nazionale dei Fridays for Future di domani a Roma ci sarà anche la Gkn, dallo stabilimento di Campi partiranno dodici pullman autorganizzati, “perché dobbiamo unire tutte le lotte, dalla giustizia sociale a quella climatica”. Poi inizierà 'Insorgiamo tour' tra scuole, circoli, università. La mobilitazione continua.