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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Giorno della Memoria, Nardella: "Antisemitismo in aumento, va sradicato"

Giani: "Ricordare perché non accada mai più"

Nel Giorno della Memoria, 27 gennaio, il 78esimo anniversario della liberazione del campo di concentramento nazista di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche, Firenze si ritrova al binario 16. Quel binario, ricorda il sindaco Dario Nardella, "da cui, nel 1943, partiva il treno di vagoni chiodati con 300 ebrei rastrellati nelle case, negli appartamenti, nei rifugi della città. Tra questi anche bambini molto piccoli, una neonata e anziani: più di cento morirono appena arrivati ad Auschwitz. Gli altri negli stenti, nelle torture, nella schiavitù del terribile regime nazista".

Lo dice dopo aver depositato una corona sul monumento realizzato alla testa del binario, nella stazione di Santa Maria Novella, con la prefetta Francesca Ferrandino e il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani.

Parole che il sindaco collega al presente, lanciando un allarme: i fenomeni ispirati dall'antisemitismo "si vedono e sono in aumento. Proprio pochi giorni fa è arrivata l'ennesima segnalazione, alcune pietre di inciampo imbrattate. Non si tratta di puro vandalismo, c'è dietro antisemitismo e discriminazione, che vanno incessantemente combattute e fortemente sradicate. Non possiamo abbassare la guarda, né imenticare".

Firenze, "Medaglia d'oro al valore militare per la resistenza, città universale, ricorda anche quest'anno" la partenza di quei vagoni, "perché la memoria e la cultura sono gli antidoti più potenti contro l'antisemitismo e ogni forma di violenza e discriminazione", aggiunge il sindaco.

Il Giorno della Memoria, aggiunge il governatore Giani, "a Firenze trova il suo momento simbolico qui, al binario 16, dove partivano i treni che portavano inesorabilmente gli ebrei ad Auschwitz, Mauthausen e negli altri campi di sterminio". Giani si sofferma sul "momento più drammatico e brutto che l'umanità abbia mai vissuto, la strategia di distruzione di massa nazista e fascista", puntando "sulla memoria per far sì che tutto questo non accada mai più".

Tra le varie celebrazioni di questa mattina, anche quella che ha coinvolto la rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci, che insieme alla comunità accademica ha ricordato stamani gli universitari fiorentini allontanati da aule e cattedre, a seguito delle leggi razziali, davanti alla lapide che si trova nell’atrio del Rettorato con la deposizione di una corona di alloro.

“Com-memorare significa cercare di custodire insieme un ricordo condiviso, che, come singoli e come gruppi, ci consenta di mantenere la rotta, di tenere saldo il timone, di non sbagliare la via, di non sbagliare di nuovo – ha affermato la rettrice nel suo saluto prima del minuto di silenzio osservato dai partecipanti -. La storia è uno strumento indispensabile per capire, ma, da sola non basta: la storia è una scienza. La storia deve farsi memoria, per uscire dai libri e risuonare, forte, nelle menti e nei cuori. Solo in questo modo ciò che è avvenuto potrà non ripetersi mai più”.

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