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Cronaca

Giornata della Memoria: gli appuntamenti al museo ebraico

Domani, mercoledì 27 gennaio, è il Giorno della Memoria, in ricordo delle vittime del nazismo. Il rettore deporrà una corona di fiori all'Università. Il Meyer ricorda Sergio Levi

Il 27 gennaio è il giorno della memoria. Fu infatti il 27 gennaio che le truppe dell'Unione Sovietica liberarono il campo di concentramento di Auschwitz e il mondo scoprì tutto l'orrore del genocidio perpetrato dai nazisti. Tanti gli appuntamenti anche in Toscana e a Firenze.

Al Museo Ebraico di Firenze, in via Farini 6, dove sorge anche la Sinagoga, doppio appuntamento domenica 31 gennaio: alle 11, visita guidata alla mostra 'A lezione di razzismo. Scuola e libri durante la persecuzione antisemita (1938-1943)' e alle 15.30, proiezione del documentario 'La maniera del ricordo'.

All’interno della Sinagoga il percorso di visita ricostruisce la storia della comunità fiorentina e una sala è interamente dedicata alla memoria della Shoah. La mostra 'A lezione di razzismo', a cura di Pamela Giorgi, Giovanna Lambroni e Dora Liscia Bemporad, sarà visitabile fino al 28 febbraio. Il tema dell’esposizione è il ruolo dell’immagine nella diffusione del razzismo: durante il fascismo, i temi dell’appartenenza etnica e del culto della razza furono veicolati in vari modi, tra i quali lo stringente e rigoroso intervento sulla scuola e sull’editoria scolastica, sulla letteratura giovanile d’evasione e su un genere molto amato dalle giovani generazioni come il fumetto (visita guidata: adulti 7 euro, sotto i 6 anni 5, biglietto famiglia 13 euro: massimo due adulti + due minori).

Il secondo appuntamento è fissato alle 15.30, sempre al Museo Ebraico, dove verrà trasmesso il documentario “La maniera del ricordo, Firenze – Auschwitz: Gennaio 2007, Sergio Zavoli a colloquio con Andra e Tatiana Bucci”, per la regia di Giovanni Santi. A seguire, dibattito con la partecipazione della signora Carla Neppi Sadun della comunità Ebraica di Firenze, da sempre impegnata in attività di testimonianza. Il documentario si sofferma in modo particolare sull’infanzia nella Shoah attraverso il racconto diretto delle sorelle Bucci e un ricordo molto emozionante del piccolo cugino Sergio de Simone. Il filmato è accompagnato da interviste fatte ai ragazzi che hanno partecipato al treno della memoria ma, soprattutto, narra i luoghi e i tempi dello sterminio nel campo di Auschwitz. L’iniziativa è a ingresso libero.

Domani, mercoledì 27 gennaio, alle ore 9, il rettore dell’Università di Firenze Luigi Dei ricorderà invece gli universitari fiorentini allontanati da aule e cattedre a seguito delle leggi razziali, deponendo una corona d'alloro sulla lapide a loro dedicata nell'atrio del Rettorato, in piazza San Marco 4.

Il Centro Studi della Fondazione Meyer in collaborazione con la Comunità Ebraica di Firenze, ricorda invece Sergio Levi, giovane pediatra, assistente volontario al Meyer. Era ebreo e per questo  fu espulso, da un giorno all’altro, dall’Università di Firenze in seguito alle leggi razziali fasciste del 1938. Quel giovane medico dal brillante avvenire accademico si troverà all’improvviso senza nulla. Bandito dalla vita pubblica, gli è consentito svolgere la professione privatamente, curando solo bambini ebrei. Tante le vicissitudini che dovrà affrontare con la famiglia per sfuggire al genocidio nazi-fascista. Quel pediatra cacciato dal Meyer diventerà, nell’immediato dopoguerra, uno dei padri italiani della neuropsichiatria infantile e collaborerà con Giovanni Bollea, eminente scienziato.

La figura e i contributi che ha dato alla cura di tanti bambini e adolescenti saranno ricordati con l’evento “per non dimenticare Sergio Levi", che si terrà venerdì 12 febbraio dalle ore 9,30 nell’Aula Magna dell’Ospedale pediatrico Meyer. Precederà, alle ore 9, la commemorazione presso la targa per la memoria, all’ingresso al 1° piano della palazzina universitaria del Meyer.

Nel corso dell’iniziativa oltre a ripercorrere la vita , si evidenzierà il contributo scientifico che Sergio Levi ha dato alla neuropsichiatria infantile italiana e il suo pensiero verrà esaminato nel contesto della metodologia attualmente adottata presso l’Ospedale pediatrico Meyer.

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