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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Morì di arresto cardiaco, medico indagato con l’accusa di omicidio colposo

Ginevra Olivetti Rason, avvocatessa 27enne, morì la sera del 21 ottobre 2011. La sera del decesso chiamò il dottore in lacrime per i forti dolori al petto. Lui le consigliò di prendere un bicchiere di latte caldo

Ginevra Olivetti Rason, avvocatessa 27enne, morì la sera del 21 ottobre 2011 nella sua casa, a Firenze. La causa, un arresto cardiaco. La stessa causa che ha messo nei guai un medico cardiaco, indagato con l’accusa di omicidio colposo . Secondo l’accusa, il cardiologo avrebbe sottovalutato, scambiandoli per problemi gastrointestinali, i disturbi cardiaci che la sua assistita, cardiopatica, gli aveva riferito al telefono poche ore prima della morte.

L’udienza preliminare del processo, che avrebbe dovuto tenersi ieri, è stata rinviata al 13 giugno prossimo dopo una integrazione del capo d’imputazione da parte del pubblico ministero Giuliano Giambartolomei: per l’accusa infatti, il cardiologo, Alfredo Zuppiroli, medico curante della Olivetti Rason dal 2006, avrebbe commesso negligenze già nei mesi precedenti al decesso, sottovalutando lo stato della paziente, a rischio dopo aver subito un intervento chirurgico al cuore nel novembre del 2010. Zuppiroli, che seguiva il decorso post operatorio della paziente, sarebbe responsabile di omissioni nell’osservanza delle linee guida per la cura della patologia da cui era affetta.

LA SERA DELLA MORTE - Dopo aver cenato in casa in compagnia di un’amica, Ginevra Olivetti Rason chiamò il medico, spaventata e in lacrime, dicendo di avvertire un forte dolore al petto. Il cardiologo la rassicurò e le consigliò di prendere un bicchiere di latte caldo. In questo modo, afferma l’accusa, l’uomo omise di imporre il ricovero in un pronto soccorso, un ambiente protetto dove la crisi cardiaca che portò la donna alla morte avrebbe potuto essere trattata con un defibrillatore, con alte probabilità di successo. Le indagini sono partite a seguito di un esposto presentato alla Procura di Firenze dalla famiglia Olivetti Rason, assistita dai legali Mario Taddeucci Sassolini e Filippo Bellagamba.

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