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Cronaca

Le meraviglie del giardino di Borgo Pinti

Situato nell'omonima via fiorentina, il giardino di Borgo Pinti è un piccolo gioiello verde del centro storico. Che nasconde non poche curiosità. Quasi nascosto allo sguardo di un osservatore distratto, dietro un cancello lungo la strada si trova un giardino dalla storia antica e un fascino peculiare. Di proprietà della Famiglia Salviati, già nel corso del '500 venne creato al suo interno un orto dei semplici, dal latino medioevale “medicina simplex”, termine usato fin dal Medioevo per indicare le erbe medicinali, alquanto diffuse negli orti cittadini.

Proprio nel giardino di Borgo Pinti venne introdotto dalla Grecia il primo Gelsomino Catalano della Toscana, accanto ad altre piante rare come lo zibibbo bianco o ancora il moscatello grosso. Un secolo dopo vennero poi aggiunte le piante di agrumi e altri arbusti nobili, mentre verso la fine del '700 il giardino divenne proprietà di Camillo Borghese, che con una serie di interventi eliminò la coltivazione delle piante medicinali e, secondo la moda dell'epoca, lo trasformò in un giardino in stile romantico. Questo è l'aspetto che il giardino conserva ancora oggi, accogliendo al suo interno un campo sportivo, un orto e vialetti ombrosi, perfetti per una breve passeggiata nel verde.

Un altro aneddoto curioso su questo giardino fiorentino risale al 1800. Verso la fine del secolo la proprietà venne acquistata dal viceré egiziano Ismāʿīl Pascià, per poi passare immediatamente alla Società Strade Ferrate Meridionali: pare infatti che al viceré fu negato il permesso di costruire nel giardino il suo harem privato e, una volta preso atto del divieto, preferì cederne la proprietà. 

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