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Cronaca Centro Storico / Piazza di San Lorenzo

Chi era Gianluca Casseri, l'uomo della strage dei senegalesi?

Ragioniere, originario di Ciriegio nel pistoiese. Scrittore esoterico, negazionista, aveva sposato il culto del neonazismo. Per lo psichiatra Pallanti: "E' un Brevnik italiano"

“Nasce a Ciriegio (PT) nel 1961, mentre l'uomo va nello spazio e il cielo si eclissa per la massima eclissi del XX secolo. All'età  di dodici anni, folgorato dall'incontro con H.P. Lovecraft, si aliena definitivamente dal cosmo ordinato che ci circonda”. Oggi Gianluca Casseri ha fatto fede a quello che si era promesso in queste vecchia biografia, scritta rigorosamente in terza persona: ha raggiunto alienazione totale, l’assurdo più nero, l’assoluta cecità. Si è ucciso sparandosi al collo, con la stessa pistola, una 357 Magnum, con cui ha compiuto una delle stragi più efferate che abbia mai conosciuto Firenze: due senegalesi uccisi in Piazza Dalmazia, tre in condizioni gravissime. Si è ucciso nella sua Polo grigia, all’interno del parcheggio sotterraneo di San Lorenzo, circondato dalla polizia. Qualche colpo contro gli agenti, poi la scelta definitiva. Ore 15: fine della corsa, fine della follia sanguinaria.

IL KILLER – Ma chi era Gianluca Casseri, l’uomo che oggi ha messo a ferro e fuoco tutta Firenze? L’uomo che ha lasciato in città una lingua di sangue indelebile? L’uomo che ha fatto suonare a lutto le campane di Firenze aveva 50 anni; classe 1961, proveniente da Cireglio, piccolo paesino del pistoiese, ragioniere. Fin qui tutto bene. Si è trattato allora di “Un giorno di ordinaria follia”, come descritto perfettamente nella celebre pellicola interpretata da Michael Douglas? No, o almeno non proprio. Non pare essere di fronte ad un chiodo che improvvisamente cede e lascia che il quadro si frantumi al suolo. Forse il seme della follia omicida covava dentro la mente di Gianluca Casseri da qualche tempo, da quando almeno sposò il culto del neonazismo e del negazionismo. Appassionato di Tolkien, era anche uno scrittore esoterico amante dei miti celtici e neopagani, ma allo stesso tempo fondatore di una rivista oltranzista, "La Soglia", simpatizzante di Casa Pound e membro dell'associazione culturale "La Runa", dove scriveva articoli come "Dracula il guerriero di Wotan" o "Il Savio di Alessandria".

Parlando di sé, rigorosamente in terza persona, scrisse sul web: “I suoi molteplici interessi nel fantastico, tutti rigorosamente inattuali, spaziano da Flash Gordon al cinema di fantascienza degli anni Cinquanta, dagli autori di Weird Tales ai film di Val Newton e oltre. Nel 2001, in pieno trionfo di Internet, ha la geniale idea di fondare una rivista cartacea, La Soglia, dove sfoga le sue manie multimediali. Per distrarsi dalle cose serie pare che faccia il ragioniere". Biografia atipica, scarna, per pillole. Ma accanto a questo scritto dalla rete emerge anche il profilo fanatico del killer di questo maledetto 13 dicembre per Firenze. Nel messaggio “I protocolli del Savio di Alessandria” rilancia la teoria antisemita del complotto mondiale degli ebrei, e le tesi più biecamente negazioniste sull'Olocausto. In un altro scritto dedicato allo scrittore neofascista Adriano Romualdi si rifà esplicitamente a Nietzsche, Jung e Evola, per un minestrone in cui convergono la difesa della razza ariana, la purezza dell'Europa bianca e cristiana. Insieme a Enrico Rulli Casseri ha anche scritto un libro, “La Chiave del Caos”, sedicente ‘romanzo storico’ in cui si intrecciano negromanzia, magia, esoterismo.

ANALISI Per lo psichiatra Stefano Pallanti, direttore dell'Istituto di Neuroscienze di Firenze, non ci sono dubbi: “Gianluca Casseri è un Brevnik italiano”. Nella follia omicida di Casseri lo psichiatra ha riscontrato lo stesso insospettabile e lucidissimo comportamento che determinò la strage degli studenti in Norvegia. “E’ uno dei tanti che vive al limite, in bilico tra normalità e follia”, continua Pallanti. “Ero al Careggi quando c’è stata la strage, a poche centinaia di metri da noi”, racconta. “Il mio primo pensiero è che è un copione che si ripete: spesso ci meravigliamo quando sentiamo queste tragiche notizie, pensando sempre che il killer è uno squilibrato, un pazzo da legare. Invece il più delle volte si tratta di persone che vivono al limite, magari con condotte un pò bizzarre, misticismo, magia, esoterismo, destra neofascista, una componente irrazionale che però nascondono nella loro vita quotidiana, apparentemente normale e 'banale'. Soggetti sempre sul filo del rasoio tra irrazionalità e adattamento sociale, che in quasi tutti i casi non è altro che una maschera pronta a saltare". E' così che, in soggetti apparentemente insospettabili, può scoccare la scintilla della follia omicida: Il problema è in una società non attrezzata a cogliere in tempo i segnali che lanciano inconsciamente i tanti 'Brevnik' che affollano le nostre città: “Non c’è una cultura della gestione e della prevenzione di questi soggetti. Ci sono segnali che si possono cogliere: lo stesso Casseri, leggendo i suoi scritti, era chiaramente al limite, ma nessuno li coglie, o perlomeno nessuno attrezzato culturalmente tanto da rendersi conto che la situazione precipita. C’è tutto un materiale anche in rete che andrebbe letto e considerato con attenzione, ma non si fa”. Quanto al presunto "neofascismo" del killer di Firenze, lo psichiatra non ha dubbi: “E' normale per questi soggetti appoggiarsi a tesi politiche di estrema destra, ma non la destra normale, intendo quella neonazista, pagana, celtica, ariana, quella che compensa una ridotta volontà di ragionare e una tendenza a essere soggetto alla autorità proprie di queste personalità patologiche”.
 

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