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Anziani e disabili

Rsa, i gestori annunciano protesta al Duomo contro la Regione: “Liste di attesa e posti vuoti, anziani e disabili privati del diritto di assistenza”

La denuncia del Comitato di coordinamento: “Quote sanitarie bloccate”. La replica: “Massima attenzione e interlocuzione costante”

Centinaia di anziani e disabili che avrebbero diritto al sostegno economico pubblico per accedere alle Residente sanitarie assistenziali convenzionate ma che non lo ricevono, dovendo quindi o rinunciarvi o pagarlo di tasca propria. E' quanto denuncia il Comitato di coordinamento dei gestori delle Rsa toscane, che ha annunciato una protesta in piazza Duomo, di fronte alla sede della Regione di Palazzo Sacrati Strozzi, per domani mattina, mercoledì 22 dicembre, alle 10:30.

“La protesta è l'ultima spiaggia. I nostri problemi vengono da lontano e il Covid li ha esasperati. Abbiamo migliaia di posti letto vuoti nelle Rsa toscane, perché a settembre la Regione ha bloccato le quote sanitarie che consentivano l'accesso agli anziani non autosufficienti. Questo, oltre a privare il diritto di anziani e disabili all'assistenza, mina la tenuta economica delle nostre strutture, gravate in questi anni di pandemia da ingenti costi aggiuntivi”, denuncia il coordinatore del comitato, Maurizio De Scalzi, amministratore della Fondazione Turati, che a Gavinana, paese della montagna pistoiese, offre 130 posti letto.

La quota sanitaria alla quale De Scalzi fa riferimento è una parte della quota totale giornaliera che le Rsa convenzionate con il sistema sanitario pubblico ricevono ed è pari a circa 53 euro. “E' la quota che spetta a tutti i cittadini che necessitano di un ricovero”, spiega Franca Conti, amministratrice della casa di riposto da 53 posti Villa Santa Teresa, a Bagno a Ripoli. L'altra parte della somma da versare viene detta quota sociale. “Varia dai 55 ai 65 euro al giorno a seconda della residenza. Si paga - prosegue Conti -, a seconda dell'Isee, ma sono pochissimi coloro che hanno il diritto di non pagare nemmeno questa quota”.

In totale fanno oltre 100 euro al giorno, 3mila al mese. “Ci sono persone che avrebbero diritto alla quota sanitaria, ma la Regione le ha bloccate. In lista di attesa ci sono circa 350 persone nell'area fiorentina ed oltre mille in tutta la Toscana. Persone che se vogliono un posto in Rsa devono sborsare tutto di tasca propria”, spiegano De Scalzi e Conti.

In tutto in Toscana ci sono circa 12mila800 posti offerti dalle varie Rsa convenzionate con il sistema pubblico, a cui si aggiungono un migliaio di posti offerti dai privati.

“Al momento - prosegue De Scalzi -, le quote sanitarie assegnate sono 9mila su 12mila800 posti. Questo dà l'idea dei posti vuoti che abbiamo nelle nostre strutture e che per noi rappresentano un costo sempre più insostenibile. Invece di sbloccare le liste di attesa però la Regione autorizza la costruzione di altre grandi Rsa, gestite da grandi gruppi, per oltre 2mila posti. Ne è stata inaugurata una da 160 posti a Cecina da poco. Perché”.

La risposta che si dà Conti è smaliziata: “Non è che vogliono favorire i grandi gruppi e tagliare le gambe alle strutture più piccole?”.

Secca la replica. “La Regione segue con la massima attenzione la mobilitazione dei gestori delle Rsa, con i quali l’interlocuzione è stata costante. Fin dall’insediamento della giunta regionale il tema ha avuto assoluta priorità. Già ad inizio 2021 abbiamo stanziato adeguati ristori (che i gestori però ritengono insufficienti, ndr), prevedendo sia una maggiorazione per i posti occupati, che una percentuale di ristoro per i posti che rimanevano non occupati per motivi sanitari”, replica l'assessora regionale al sociale Serena Spinelli.

“E’ di pochi giorni fa - prosegue la titolare delle politiche sociali -, la delibera con la quale la Regione ha già assegnato le risorse 2022 destinate alla non autosufficienza, con 277 milioni, di cui 206 destinati alle Asl per l'inserimento di persone anziane in Residenze sanitarie assistenziali e Centri diurni. E in stretto raccordo con le aziende sanitarie saremo impegnati affinché siano erogate in maniera costante ed efficace. I luoghi del confronto esistono e sono aperti”. Non la vedono così i gestori, che domani manifesteranno sotto le finestre della Regione.

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