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Cronaca

Terremoti: "Indietro un secolo con le costruzioni antisismiche"

I geologi lanciano l'allarme: "Manca la prevenzione"

"Siamo in ritardo di almeno un secolo con le costruzioni antisismiche". La serie di terremoti che colpisce l’Italia Centrale ha riportato il tema della sicurezza sismica di tragica attualità. E per Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, quella che manca è la prevenzione. "Non possiamo prevedere l’anno, il mese, il giorno, l’ora in cui i terremoti avverranno, né se dureranno giorno o anni e se si ripeteranno a breve. Ma abbiamo conoscenze della struttura della terra, e dati statistici affidabili che ci assicurano che crisi come l’attuale, o peggiori, ci saranno, e per questo abbiamo il dovere morale, civile, legale, politico di fare il possibile perché le crisi facciano il minor danno possibile, in una parola: prevenire", sottolinea.

Il rischio, spiegano i geologi, è quello di fare i soliti “lavori al ribasso”. "Basta con le gare al ribasso e niente controlli di qualità. E' solo da poche settimane che un comune toscano ha emesso un bando riguardante lavori pubblici per circa 1,8 milioni di euro, e per la parte geologica, da cui dipende la sicurezza di tutto il resto, il prezzo a base di gara al ribasso è pari ad 1/10 di quanto il decreto parametri ministeriale prevede come congruo. Dobbiamo solo sperare che il professionista incaricato abbia davvero poco da fare o sia ricco di famiglia, per poter dedicare al lavoro affidatogli il tempo necessario, cioè dieci volte quello per cui verrà pagato", spiega Fagioli.

La Toscana è costellata di piccoli e grandi borghi di enorme patrimonio storico e culturale, che però non reggerebbero a forti terremoti. «Abbiamo il 'problemino' dei borghi medievali rinascimentali, settecenteschi ed ottocenteschi sparsi sull’Appennino, patrimonio culturale, paesaggistico, storico umanistico unico, che attira il Toscana l’indispensabile risorsa del turismo - prosegue la presidente dei geologi - ma per metterli in grado di sopravvivere ai terremoti attesi ci vogliono investimenti, tanto difficili da trovare prima quanto è più agevole, e meno soggetto a controlli, reperirli dopo a macerie fumanti. E' davvero un lavoro immane mettere in sicurezza se non tutto almeno una parte rilevante di questo grande patrimonio, e servono soldi. Ma sarebbe anche un’occasione unica per riavviare quel volano dell’economia nazionale che gira ancora al minimo, minacciando di fermarsi del tutto".

Fagioli spiega anche la serie di eventi sismici di queste settimane. "Uno sblocchettamento della crosta come sta avvenendo nell’Appennino centrale, con formazione di faglie nuove e riattivazione di vecchie, abbassamento, sollevamento e spostamento di decine di miliardi di metri cubi ti terre e rocce, accompagnati da una enorme quantità di scricchiolii (sismi) della potenza di diverse bombe atomiche, non si è mai registrata in un passato recente e tecnologico in queste aree. Ma i dati storici e geologici testimoniano che più e più volte di certo c’è stato anche di peggio, e quel che è successo, succederà ancora".

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