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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Campi Bisenzio

"False fatture e cooperative fittizie": maxi frode al fisco, 14 indagati

Le fiamme gialle sequestrano beni per 13 milioni di euro ai rappresentanti di un consorzio con sede a Campi Bisenzio. La procura: "Giro di false fatturazioni per 60 milioni"

I militari del comando provinciale della guardia di finanza, coordinati dai pm Gabriele Mazzotta e Fabio Di Vizio, hanno eseguito un sequestro preventivo di beni e liquidità per circa 13 milioni di euro, disposto dal gip del tribunale di Firenze Federico Zampaoli, nei confronti dei rappresentanti del consorzio di cooperative "Perseo", con sede a Campi Bisenzio (FI), ritenute responsabili di un giro di false fatture ammontante a circa 60 milioni di euro.

Le persone indagate a vario titolo sono 14: di queste, tre - rivestenti ruoli di responsabilità in seno al consorzio - risultano destinatarie dei provvedimenti di sequestro che hanno riguardato diverse disponibilità immobiliari e mobiliari. Si tratta di Francesca Cerbone, fiorentina, del pratese Alessandro Moscaritolo e di Fernando Torsello, originario di Alessano (Lecce).

In particolare, sono stati oggetto di sequestro trenta terreni agricoli siti nei comuni di Vicchio di Mugello, Fiesole, Firenze e Bagno di Romagna (FC), 5 abitazioni di tipo civile in Firenze, Montemurlo (PO) e Forlì, 4 ulteriori immobili, tra magazzini e autorimesse sempre site a Vicchio di Mugello, Firenze e Montemurlo (PO), un’imbarcazione da diporto di 15 metri e infine quote societarie, nonché disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 2 milioni di euro.

Secondo le accuse, i servizi dal consorzio fiorentino erano commissionati da note aziende italiane del settore delle spedizioni espresse e dei servizi logistici: attraverso il presunto meccanismo fraudolento di false fatturazioni, il consorzio sarebbe riuscito a praticare ai committenti prezzi assai concorrenziali, a scapito non solo del Fisco ma anche di una lineare gestione del personale utilizzato dal consorzio per il tramite delle singole cooperative.

Lo "schema truffaldino"

Stando alle indagini delle fiamme gialle, il consorzio di cooperative avrebbe ottenuto contratti d’appalto aventi ad oggetto prestazioni di facchinaggio e di trasporti, subito dopo affidate, in subappalto, a una cooperativa di lavoratori consorziata.

Questa cooperativa avrebbe fatturato nei confronti del consorzio “prestazioni di servizi”, assoggettandole ad IVA ed accumulando in poco tempo significativi debiti di imposta.

L’Imposta sul Valore Aggiunto dovuta dalla cooperativa, tuttavia, non sarebbe stata versata e, dopo poco tempo, una volta raggiunta una significativa esposizione debitoria verso l’Erario, la stessa cooperativa avrebbe cessato l’attività.

Il subappalto sarebbe quindi stato affidato a un’altra cooperativa, subentrante nel contratto e nell'esecuzione dei lavori, alla quale sarebbero stati trasferiti i lavoratori della prima.

Le 59 cooperative

Nel corso dell’indagine sono state individuate 59 cooperative - succedutesi operativamente nel tempo - ritenute dagli inquirenti “accumulatrici seriali” di IVA e utilizzate nel corso degli anni dal consorzio per perpetrare la presunta frode, raggiungendo, tra il 2002 e il 2018, un debito tributario complessivo di 23 milioni di euro.

"Tale sistema - spiegano i finanzieri - si traduceva in un illecito vantaggio per il consorzio, che beneficiava dell’IVA a credito derivante dalle prestazioni fatturate dalle cooperative, traslando in capo alle stesse ogni responsabilità rispetto alla successiva insolvenza e ai mancati versamenti".

Le indagini avrebbero appurato, in definitiva, "l’assoluta inconsistenza e fittizietà delle cooperative coinvolte, meri contenitori di personale nei fatti direttamente rispondente alla governance del consorzio e da questa gestito in maniera spregiudicata" spiegano ancora le fiamme gialle.  

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