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Cronaca

Forteto, i ragazzi fuoriusciti: "Noi emarginati dalla nuova gestione"

Dieci ex affidati che denunciarono si dissociano dall'associazione: "Le vittime siamo noi, non i pentiti"

Sono ragazzi, ormai adulti, che da piccoli furono affidati a coppie (vere o funzionali) che vivevano al Forteto. Giovani dalle storie difficili, che con le loro denunce hanno fatto scattare la vicenda giudiziaria che ancora deve chiudersi. Oggi si sentono emarginati dalla nuova gestione, dopo che lo scorso primo aprile il commissario governativo Jacopo Marzetti, insieme al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ha riaperto le porte del Forteto chiedendo scusa alle vittime.

Un'iniziativa alla quale partecipò l'associazione guidata da Sergio Pietracito, ma non i ragazzi, che si sono sentiti così esclusi. "Pur non essendo organizzati in associazioni noi siamo le vittime che si sono ribellate - scrive in una nota il portavoce dei dieci ragazzi, Giuseppe Aversa - che hanno avuto il coraggio di rivolgersi allo Stato per ricevere quella tutela e protezione della quale avevamo bisogno e c'era stata negata. I nostri nomi sono conosciuti, scritti sui dispositivi delle sentenze del tribunale. Però non siamo stati avvisati di tale evento".

Gli esclusi prendono chiaramente le distanze dall'Associazione vittime. Per la prima volta, dopo anni di dissidi, c'è dunque la spaccatura formale. E attaccano: "Noi consideriamo vittime solo quelle persone, ragazzi, disabili e bambini che non hanno scelto di far parte del Forteto, ma costretti da un’ordinanza del tribunale dei minori che al Forteto li ha affidati. Non consideriamo vittime né i fondatori pentiti né i fondatori usciti anni fa senza fare denuncia, perché facendo così non hanno fermato il sistema e di fatto hanno consentito che gli abusi continuassero". 

"La maggior parte di noi ragazzi - conclude il comunicato - ha avuto il coraggio di denunciare e ha contribuito in maniera determinante a far emergere e bloccare il sistema, con molta fatica, superando ostacoli enormi per moltissimi anni".

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