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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Forteto, c'è un giudice a Genova: aperta la strada ai risarcimenti. L'associazione delle vittime: "Governo ha occasione di chiudere questa storia"

Presidenza del Consiglio dei Ministri e Comune di Vicchio 'invitati' a formulare una proposta economica conciliatoria nei confronti di due vittime di Fiesoli. I legali: "Lo Stato ponga rimedio al disastro che ha combinato"

Il giudice del tribunale civile di Genova, nell'ambito di una serie di cause di risarcimento promossa da cinque vittime del Forteto, ha invitato lo scorso 28 febbraio la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Comune di Vicchio nel Mugello a formulare un'offerta economica conciliativa a favore di due fratelli finiti tanti anni fa, tramite il tribunale dei minori di Firenze, nelle grinfie del 'profeta' Rodolfo Fiesoli, 82 anni il prossimo novembre, recentemente scarcerato e mandato in una rsa a causa delle sue precarie condizioni di salute.

L'avvocatura di Stato - che rappresenta la presidenza del consiglio dei ministri, ossia attualmente la premier Giorgia Meloni - e i legali del Comune di Vicchio (da cui dipendono gli assistenti sociali) avranno tempo sino al prossimo 17 aprile per presentare l'offerta economica alle due vittime. Offerta che i loro legali – gli avvocati Giovanni Marchese, 'storico' legale di molte vittime, Marco Noferi ed Eleonora Selmi - ipotizzano non inferiore al milione di euro a testa.

L'invito a formulare l'offerta è stata fatta dal giudice perché lo stesso ha ritenuto che sottoporre a perizia tecnica le vittime – per comprendere e quantificare i 'danni' causati dalla loro esperienza al Forteto - rappresenterebbe per loro un'ulteriore fonte di sofferenza. Ma qualora l'avvocatura e il Comune di Vicchio non presentassero un'offerta o la stessa non fosse ritenuta congrua, allora il giudice procederà con la perizia.

Associazione vittime Forteto: “Occasione per chiudere storia per tutti”

La decisione del tribunale di Genova è stata accolta molto favorevolmente dall'associazione delle vittime del Forteto: “Questa potrebbe essere l'occasione per chiudere la storia per tutti” ha dichiarato il presidente Sergio Pietracito, dicendosi poi “indignato per la scarcerazione di un uomo, Rodolfo Fiesoli, che ha creato tanto dolore a centinaia di persone”.

Secondo Pietracito e l'avvocato Marchese, infatti, la decisione del giudice di Genova, contestualmente alla presenza di un nuovo governo e, in particolare, tra le sue fila, del vicecapo del Copasir e deputato Giovanni Donzelli che si è a lungo occupato del caso Forteto, potrebbero dar luogo a quella svolta 'riparatrice' e 'pacificatoria' che le vittime di quella che i legali definiscono “una cooperativa di Stato” attendono da anni.

Forteto: le vittime fanno causa allo Stato italiano

“Confidiamo nel Governo e ci aspettiamo che ci convochi per un incontro – sostengono Pietracito e l'avvocato Marchese – anche perchè ora il deputato Donzelli non è più all'opposizione e può agire direttamente in favore delle vittime. Più che sulla scarcerazione di Fiesoli, infatti, è sulla situazione delle vittime che vogliamo centrare l'attenzione: l'auspicio è colmare il gap ancora esistente tra le vittime a livello di risarcimenti ma anche creare per loro un'efficace rete di tutela”.

“Si possono fare altre commissioni d'inchiesta parlamentari, va bene, magari fatte meglio delle precedenti, ma il mio sogno è vedere tutte le vittime riunite e tutte riconosciute” spiega poi Pietracito, ribadendo che “questo potrebbe e dovrebbe farlo il governo attuale, la premier Meloni e il deputato Donzelli, cui mi rivolgo”.

Le vittime dirette, accertate, del 'sistema Forteto' sarebbero circa un'ottantina (escluse le famiglie), di cui però neppure dieci sono state effettivamente risarcite in questi anni sulla base delle sentenze penali (2015 primo grado; 2018 appello), l'ultima delle quali è diventata definitiva, via Cassazione, nel 2019.

I ricorsi pendenti

Oltre ai numerosi ricorsi pendenti a Strasburgo contro l'Avvocatura di Stato, “ci sono cinque cause attualmente in corso a Genova per i risarcimenti – prosegue l'avvocato Marchese – diventate tre dopo che tre di queste sono state riunite – e altre ne presenteremo, all'occorrenza, una decina in tutto. Ma ciò significa passare altri anni nei tribunali e questo, per le vittime, è un patimento ulteriore”.

"Molte di queste vittime, peraltro, sono state abbandonate a se stesse" aggiunge i l legale. E non c'è solo il caso estremo di Francesco Borgheresi, ora in carcere a seguito di un femminicidio compiuto nel nord Italia. “C'è ancora chi vive in un garage o in mezzo a una strada, mentre alcuni di loro compiono reati, come molestie e minacce, di cui non si rendono neppure conto e di cui mi dicono 'non so perché mi comporto così e vorrei capirlo anch'io'. Fanno così perché sono cresciuti al Forteto, dove sono stati mandati dalle Istituzioni ma certamente non hanno modo di pagarsi lo psicoterapeuta”.

“Quindi è lo Stato che deve porre rimedio al disastro che ha combinato ed è questo governo a poter sanare una situazione che i precedenti governi non hanno affatto sanato. Perché ancor più della scarcerazione di Fiesoli – conclude l'avvocato Marchese - a far indignare è l'attuale condizione delle sue vittime”.

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