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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Forniture alla polizia municipale: ipotesi "cartello", interdetti imprenditori 

Le indagini sono partite dopo una segnalazione degli uffici comunali 

Una serie di commesse da 70 mila euro, destinate ad almeno sei tra enti pubblici territoriali e non, per la dotazione di divise, guanti, fondine, caschi e molto altro, sono finite sotto la lente della guardia di finanza per quella che si configurerebbe essere una turbativa nel corretto svolgimento delle procedure di affidamento di pubbliche forniture.

Nove le misure interdittive eseguite dalla guardia di finanza, su disposizione del gip Alessandro Moneti, nei confronti di altrettanti imprenditori (di Toscana, Emilia, Piemonte, Veneto, Lazio)  operanti sul territorio toscano nel settore del confezionamento di capi di abbigliamento da lavoro. 

Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Leopoldo De Gregorio, sono state avviate a seguito di una denuncia presentata nel settembre 2017 dall’ufficio anticorruzione, trasparenza e controlli del Comune di Firenze in merito ad anomalie nelle procedure di affidamento indette da comuni ed enti pubblici della regione Toscana.

Nell’ambito dell’indagine è emersa la presenza di un nucleo di imprese che, in circa cinque anni, sono risultate più volte aggiudicatarie all’esito delle procedure concorsuali bandite da alcuni enti pubblici per l’acquisizione di beni costituiti prevalentemente da capi di abbigliamento ed accessori da destinare al personale dei corpi di polizia municipale, dei servizi di guardiania e di rappresentanza.

L'ipotesi è che le aziende si possano essere messe d'accordo per evitare di andare in concorrenza, sfruttando logiche di non aggressione, che così potrebbe aver danneggiato la pubblica amministrazione non potendo riscontrare significativi ribassi nel corso delle gare. 

Sono inoltre al vaglio dell’autorità giudiziaria la posizione di tre funzionari pubblici risultati in stretto collegamento con alcuni degli imprenditori destinatari dei provvedimenti interdittivi nonché quella di tre società con sede a Firenze, Prato e Empoli, per le quali sarà valutata l’adozione di eventuali ulteriori analoghi provvedimenti.

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