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Cronaca

Palazzo Vecchio senza soldi, Nardella: “Vado a cercarli in Cina”

Il sindaco ancora furioso con il governo: “Dei soldi promessi non c'è ancora un euro. I cinesi? I più solidali con Firenze”

“Dei soldi promessi dal governo non c'è ancora un euro. Sono infuriato e molto preoccupato: non ho i soldi per pagare la manutenzione ordinaria di monumenti e immobili, ho dovuto azzerare i 3 milioni previsti. Così ho pensato che ce la dobbiamo cavare anche da soli”. Così il sindaco di Firenze Dario Nardella torna oggi a pressare il governo Conte per chiedere lo stanziamento di più fondi nei confronti dei comuni, attraverso un'intervista pubblicata dal Corriere della Sera.

“Appena si allenteranno i vincoli”, spiega il sindaco al Corriere “inizierò un lungo giro del mondo per andare a cercare fondi privati. La prima tappa sarà la Cina. Il motivo? È stato il Paese più solidale con Firenze, donando rapidamente mascherine e respiratori. Poi andrò a New York, Los Angeles, e in Giappone, Hong Kong, Taiwan, India, per poi chiudere a Londra, Berlino e Parigi. La Fondazione Cr Firenze, Morgan Stanley e alcuni imprenditori russi hanno già contribuito”.

“Siamo in ginocchio. Questa è per noi una nuova alluvione. E oggi, come 54 anni fa, per dirla con Piero Bargellini, il sindaco di allora ('Firenze ha bisogno del mondo perché il mondo ha ancora bisogno di Firenze'), lancio un appello a tutti i mecenati e a coloro che amano Firenze: contribuite al Fondo per la rinascita ispirato alla 'chiamata alle arti' di Ludovico Ragghianti nel 1966, aiutateci a riveder la luce dopo il fango”, le parole di Nardella pronunciate ieri nel Salone dei Cinquecento presentando il piano 'Rinasce Firenze'.

“Siamo colpiti dal crollo del turismo e di tutto l'indotto. Per noi 49 milioni in meno dalla tassa di soggiorno, 18 dai ticket per i bus turistici e 15 dagli incassi dei musei civici”, i conti del sindaco, come ripete da giorni (ma il Corriere Fiorentino nei giorni scorsi ha fatto notare che Bologna, con un addizionale Irpef comunale superiore, anche se incassa molto meno dalla tassa di soggiorno è messa meglio di Palazzo Vecchio, proprio grazie ad una diversa politica fiscale).

“Abbiamo sbagliato tutti, perché così la rendita immobiliare, lauta e improduttiva, si è impossessata del cuore della città con gli affitti turistici. Io stesso ho sbagliato a non combattere in modo più radicale questa cultura. Ora lancio un appello a tutte le imprese: tornate in centro, io mi prendo l'impegno ad offrire nuovi servizi e vantaggi fiscali”, le parole del sindaco al Corriere, che ieri è tornato ad impegnarsi contro la “cultura della rendita passiva e improduttiva”. Un impegno preso più volte, che però va trasformato in pratica.

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