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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Palazzo Vecchio: Nardella consegna il Fiorino d'oro a Franco Gabrielli / FOTO

Il sindaco: “Legame indissolubile con Firenze". L'ex direttore del Sisde e della protezione civile è stato responsabile dell'antiterrorismo della digos fiorentina all'epoca della strage dei Georgofili

Il Fiorino d’oro della città di Firenze al prefetto Franco Gabrielli. La massima onorificenza della città è stata consegnata, questa mattina, dal sindaco Dario Nardella nel salone de' Cinquecento di Palazzo Vecchio.

Alla cerimonia erano presenti, tra gli altri, il vicepresidente del Csm David Ermini, il presidente vicario della corte d'appello Alessandro Nencini, la senatrice Caterina Biti, il prefetto di Firenze Alessandra Guidi, il presidente del Consiglio comunale Luca Milani.

“Il Fiorino d'oro - ha sottolineato Nardella - è anzitutto un segno di gratitudine per tutte quelle persone, fiorentine e non, che hanno stabilito con la nostra città un legame speciale derivante dalla loro attività professionale, culturale intellettuale, sociale. E per questo tengo a ricordare quel legame che Franco Gabrielli ha avuto con Firenze in anni molto particolari, quelli della strage di via dei Georgofili del 27 maggio 1993”.

Fiorino d'oro a Franco Gabrielli

All'epoca dell'attentato Franco Gabrielli era responsabile della sezione antiterrorismo della digos di Firenze. Quella fu la prima inchiesta importante in cui venne applicata la tecnica investigativa dell'analisi dei tabulati telefonici. Grazie a quelli Gabrielli (e il pm Chelazzi) scoprirono che, in quei giorni a Firenze, era stato 'agganciato' il cellulare di Gaspare Spatuzza (killer di Cosa Nostra poi collaboratore di giustizia) e poi quello di Pietro Carra, un autotrasportatore di Palermo che aveva trasferito nel continente l'esplosivo delle stragi. Fu la svolta.

Quell'esperienza fornì un modello che si rivelò fondamentale anni dopo, nelle inchieste sugli omicidi Biagi e D'Antona, quando Gabrielli era a Roma, alla direzione centrale dell'antiterrorismo.

Le motivazioni integrali del riconoscimento

“Poliziotto tra i poliziotti", oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega alla sicurezza della Repubblica, già direttore del Sisde, Prefetto in moltissimi ruoli, capo della Protezione civile, Capo della Polizia di Stato-Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, funzionario della Digos di Firenze: tutte declinazioni del suo essere straordinario esempio di civil servant, servitore dello Stato, nel suo significato più alto. Professionista pragmatico, capace di operare con autorevolezza, intelligenza operativa e rigore in settori di primaria importanza, guardando sempre alle esigenze dei cittadini e al bene comune, manifestando la propria vicinanza alle donne e agli uomini impegnati in prima linea a tutela della sicurezza delle comunità. 
Un esempio per tutti noi e per l'intera società che oggi più che mai ha bisogno di ritrovare punti di riferimento morale e vicinanza alle Istituzioni”.

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