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Cronaca

Violenza di genere, in Toscana 81 femminicidi in 8 anni

Nel 60% dei casi le ha uccise il partner, spesso davanti ai figli. Barni: "Il governo sblocchi i fondi anti-violenza"

Negli ultimi otto anni, nella sola Toscana, sono state 81 le donne ammazzate, vittime di femminicidio: in oltre il 60% dei casi l'omicida  è stato il partner, quasi sempre davanti ai figli.

Numeri illustrati oggi, 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne, dalla Regione, che ha celebrato la giornata al Centro  Luigi Pecci di Prato. "Un luogo simbolo per un problema profondamente incuneato nelle nostre vite”, afferma la vicepresidente della Toscana Monica Barni.

La Toscana si è dotata di una legge sulla violenza di genere nel 2007, che ha permesso la nascita di esperienze positive come quella del Codice Rosa.

“Le risorse per il contrasto alla violenza sulle donne sono state erogate per la prima volta dallo Stato nel 2014, in attuazione della legge 119 del 2013 sul femminicidio. Speriamo che arrivino presto le risorse per il biennio 2015/2016”, si augura Barni. In attesa dei finanziamenti dallo Stato, la Regione ha stanziato risorse proprie: 450mila euro per l'anno 2016 e 400mila per il 2017.

Buona parte delle risorse 2016 andranno a contribuire alle spese sostenute dai centri antiviolenza, cui ogni anno, in Toscana, si rivolgono oltre 2.500 donne. Dal 2009 al 2015 il numero totale i Centri antiviolenza toscani hanno accolto oltre 13mila donne, di ogni classe di età, estrazione sociale e livello culturale, di cui due terzi italiane.

Oltre alle donne uccise (nel 2016 in Italia sono già 116), nella violenza di genere rientrano maltrattamenti ed abusi, fisici e psicologici, che per lo più si consumano in famiglia. Per contrastare il fenomeno è stato creato un nuovo numero verde nazionale, il 1522, cui potersi rivolgere per essere indirizzati ai centri antiviolenza attivi nei territori.

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