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Cronaca

False fatture, i giudici: "Tiziano Renzi e Laura Bovoli non agirono per evadere"

Le motivazioni con cui l'appello ha assolto i genitori del leader di Italia Viva

Alle due fatture che le società di Tiziano Renzi e Laura Bovoli emisero nel giugno 2015 alla 'Tramor', "non corrispondono prestazioni commerciali realmente effettuate" ma, secondo i giudici della corte d'appello di Firenze che hanno assolto i genitori del leader di Italia Viva dall'accusa di false fatturazioni, non ci fu il dolo mirato a un "indebito rimborso" o al "riconoscimento di un inesistente credito d'imposta".

"Non emergono infatti - scrivono i giudici nelle motivazioni - elementi concludenti, idonei a provare che gli imputati, che perseguivano interessi di tutt'altra natura, si siano determinati ad agire con la previsione dell'indebito vantaggio fiscale che in futuro la Tramor avrebbe potuto conseguire, a seguito dell'emissione, e del pagamento, delle fatture in esame".

Tiziano Renzi e la moglie sono stati quindi assolti perchè "il fatto non costituisce reato", mentre in primo grado erano stati condannati a un anno e nove mesi ciascuno.

Per il terzo imputato, l'imprenditore Luigi Dagostino, l'iniziale condanna a due anni è stato rideterminata in nove mesi, per truffa ai danni della società 'Tramor'.

Oggetto del processo, due fatture - la prima da 20mila euro più iva emessa dalla Party srl, la seconda da 140mila più iva emessa dalla Eventi 6, due società riconducibili ai Renzi - per uno studio di fattibilità relativo a progetti sull'outlet "The Mall" di Reggello.

Studio che, secondo la procura, non sarebbe mai stato realizzato.      

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