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Cronaca

Export toscano in calo: olio e calzature isole felici

L'orafo aretino porta a fondo le vendite estere. Gli Stati Uniti restano mercato top

Calano le esportazioni della Toscana rispetto allo scorso anno. E la colpa principale è da attribuire al settore orafo aretino. E' quanto emerge dall'analisi del Monitor dei distretti della Toscana realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo per Banca CR Firenze. Le esportazioni dei 17 distretti tradizionali della Toscana nel secondo trimestre 2016 si posizionano a un livello di poco inferiore al valore del 2015, che ha rappresentato il massimo dal 2008, superando 3,5 miliardi di euro e determinando una variazione tendenziale negativa (-1,3%) ma in attenuazione rispetto al valore del primo trimestre (-1,8%). Se però si escludesse il distretto oreficeria di Arezzo, il dato risulterebbe positivo (+0,3%) e in linea con il risultato nazionale (+0,2%).

Alcune realtà toscane affrontano con successo i mercati esteri, posizionandosi tra i migliori distretti a livello nazionale in termini di crescita delle esportazioni in valore assoluto: risultano tra le prime 20 il distretto della Pelletteria e calzature di Firenze (+6,7%), l'Olio toscano (+31,9%) e il Tessile e abbigliamento di Prato (+6,1%). Anche grazie al traino di queste realtà, a livello settoriale i distretti toscani si posizionano meglio del dato nazionale nel Sistema moda (sia intermedi che consumo) e nell'Alimentare e bevande. Negativa appare la situazione per i distretti della Pelletteria e calzature di Arezzo (-40,0%), del Tessile e abbigliamento di Arezzo (-20,3%) e il citato distretto orafo aretino (-10,4%) non presenta ancora precisi segnali di ripresa, anche se a livello nazionale registra una riduzione minore degli altri distretti orafi. Per il distretto del Marmo di Carrara entrambi i comparti del materiale grezzo e lavorato hanno registrato nel secondo trimestre una variazione negativa rispettivamente del -10,5% per il materiale grezzo e del -6,8% per il lavorato, anche se a livello semestrale la variazione negativa si riduce per il totale del distretto a -4,0%. 

Il principale mercato di sbocco per la Toscana continuano ad essere gli Stati Uniti: nonostante il rallentamento nel periodo aprile-giugno (+0,9%), nella prima metà del 2016 il valore delle esportazioni verso gli Usa cresce del 6%. Da segnalare i buoni risultati ottenuti sul mercato europeo: in particolare si registrano incrementi significativi verso Spagna (+17,1% la variazione percentuale nel secondo trimestre) e Germania (+5,4%). Bene inoltre anche le esportazioni verso la Svizzera (+11,4%) dove sono presenti poli logistici di importanti operatori della pelletteria e calzature di Firenze.

“La Toscana risente di un rallentamento rispetto ai dati nazionali che nel secondo trimestre registrano una sostanziale invarianza grazie in particolare all’andamento nel Nord-Est che ha compensato i risultati negativi delle altre regioni - commenta Pierluigi Monceri, Direttore Generale di Banca CR Firenze –. Nonostante questo lieve divario negativo, è da rilevare come 3 distretti toscani si posizionino tra le prime 20 realtà distrettuali italiane con la crescita delle esportazioni più elevate in valore assoluto nel secondo trimestre 2016”.

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