Detenuto evade da Sollicciano: preso un'ora dopo

Evasione lampo per un detenuto di Sollicciano. L'uomo, un trentenne di origini marocchine, intorno alle 13 si è allontanato dal campo sportivo del carcere, ha scavalcato il muro di cinta ed è scappato verso Ugnano. Nei pressi del cimitero, a pochi chilometri dal carcere, è stato ritrovato dagli agenti penitenziari poco dopo le 14. Sollicciano è tristemente noto alle cronache per le sue criticità e per le pessime condizioni in cui versano i detenuti: sovraffollamento, carenza di spazi, necessità urgente di riparazioni edilizie. Gli agenti penitenziari, perennemente sotto organico, operano a loro volta in condizioni di grandi difficoltà e stress, e colgono l'occasione per denunciare le difficili condizioni di lavoro.

"L'evasione di oggi ha creato grande tensione", premette Donato Capece, segretario generale del Sappe, Sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che se la prende con la cosiddetta 'vigilanza dinamica', un sistema che, grazie all'aiuto della videosorveglianza, permette di lasciare più 'ore d'aria' ai detenuti. "Non è possibile sorvegliare i detenuti solamente con le telecamere - spiega Capece -. Lasciando le sezioni detentive all'autogestione dei detenuti si potrebbero ricostituire rapporti di gerarchia tra detenuti più forti che spadroneggiano sui più deboli, oltre alla possibilità che nascano situazioni critiche, come confermato dall'evasione di oggi. L'agente penitenziario, inoltre - conclude il segretario del Sappe -, potrebbe essere chiamato a rispondere penalmente per fatti accaduti mentre era relegato davanti ad un monitor".

Eugenio Sarno, segretario della Uilpa penitenziari, mostra tutta la sua soddisfazione per il lavoro degli agenti, che hanno rapidamente riacciuffato il fuggitivo: "Rivolgo a tutto il reparto della polizia penitenziaria di Firenze le nostre più vive congratulazioni per la brillante operazione".