Sesto Fiorentino: bloccata un' impresa cinese, aveva evaso per 9 milioni
Bloccata un impresa cinese reticente all'evasione fiscale. Appariva ogni due anni, grazie a dei prestanome, per poi sparire lasciando ricavi e iva mai dichiarati. Il capo di tutto un cinese di 40 anni
Di facciata la titolare era una cinese di 63 anni a cui sarebbero imputabili ricavi non dichiarati ai fini delle imposte dirette di 8,2 milioni di euro, mentre l'IVA dovuta, mai versata, è risultata pari a 823.000 euro.
La Gdf ha però scoperto un raggiro fatto di prestanome e facciate. Infatti il titolare vero era un cinese quarantenne, parente della donna, che più volte aveva aggirato il fisco con aziende che nascevano e morivano in un paio di anni spostandosi in Cina insieme a tutti gli atti dell'azienda in modo da risultare di fatto non - rintracciabilI.
ACCUSE - Gli articoli di cuoio, in pelle e articoli da viaggio venivano venduti all'ingrosso evadendo tutti i dazi doganali.
L'impresa sottoposta a verifica aveva come unico scopo quello di interporsi nelle operazioni commerciali gestite dal cinese, con un duplice ruolo:
- da una parte serviva a ricevere merce dalla Cina, evadendo i dazi doganali mediante la presentazione, in dogana, di documenti di importazioni di merci indicanti quantità e qualità dei beni con un valore notevolmente inferiore rispetto a quello effettivo;
- dall'altra parte provvedeva a cedere la merce importata alla società "legale" del cinese (titolare di fatto). Le fatture emesse dalla cartiera erano "gonfiate", al fine di abbattere i ricavi della società regolare, che otteneva merce dalla Cina a costi molti bassi, senza dichiarare redditi
dalla Cina (capi di abbigliamento) in evasione dei dazi doganali. La merce, successivamente, era commercializzata in Italia in evasione di II.DD. ed IVA.