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Cronaca Bagno a Ripoli

Un altro marchio storico a rischio, sciopero e presidio dei lavoratori Pineider / FOTO

I lavoratori si oppongono agli esuberi annunciati

Un altro marchio storico a rischio. Si tratta di Pineider, leader internazionale nella stamperia d'alto lusso, nell'incisoria e nell'oggettistica, a Firenze dal 1774, prima con un negozio in piazza Signoria e poi trasferitosi in piazza Rucellai, dove tuttora si trova.

La proprietà, il gruppo alimentare Rovagnati, ha espresso la volontà di esternalizzare parte del personale altamente qualificato addetto alla produzione nello stabilimento di Bagno a Ripoli. Così spiegano lavoratori e sindacato.

“In estate si parlava di 15 esuberi su un totale di 20 lavoratori. Tornati dalle ferie, che potete immaginare come abbiamo passato, il numero è sceso a 9. E' comunque inaccettabile, si tratta di quasi la metà degli addetti alla produzione”, spiega Stefano Nidiaci, della Rsa Cgil, 37enne dal 2008 in Pineider e lui stesso mastro incisore.

“Disegno a mano nel rame tutto ciò che poi viene stampato, su biglietti da visita, carta intestata, inviti per matrimoni, biglietti di cortesia”, spiega. Ormai il suo mestiere, una vera e propria arte, lo fanno in pochissimi. In Italia si contano sulle dita di una mano.

Ieri all'incontro con il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini la proprietà, che cinque anni fa è subentrata alla famiglia Gnutti, ha confermato la sua decisione. “Con gli esuberi e l'esternalizzazione delle produzioni la qualità si abbassa enormemente, lo stiamo già vedendo”, spiega Chiara Liberati, della segreteria della Filcams Cgil.

In Italia Pineider conta più di trenta lavoratori. Il grosso, una ventina, sono addetti alla produzione nello stabilimento di Bagno a Ripoli. Oltre al negozio di Firenze, dove impiega tre persone, il marchio è presente anche a Milano e a Roma. Senza contare tutte le sedi all'estero.

“La nostra protesta non si fermerà, le istituzioni devono aiutarci. L'azienda (che per il momento non siamo riusciti a contattare, ndr) ha puntato su investimenti sbagliati nella pelletteria d'alta moda - attacca Liberati -. Ora il rischio da scongiurare è lo snaturamento di un altro storico marchio e di competenze e professionalità artigiane sempre più introvabili”.

Oggi dunque sciopero dell'intera giornata di lavoro. Di fronte al negozio fiorentino, al presidio di protesta, anche una delegazione dell'Anpi, l'associazione nazionale dei partigiani. “Siamo qui - spiega Renato Romei di Anpi Firenze -, perché il lavoro deve essere tutelato. E' il fondamento della nostra Costituzione”. La battaglia si annuncia lunga e complicata.

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