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Cronaca

“I’ troschi”: storia di un’espressione tutta toscana

Soprattutto a Firenze si usa per indicare una cosa vecchia, malandata e spesso mal funzionante, o ancora un oggetto ingombrante o dal meccanismo complesso. Vi raccontiamo le origini di questa curiosa parola vernacolare

“Icche l’è codesto troschi?” Quante volte avrete sentito un toscano inveire contro un oggetto utilizzando questa peculiare espressione. Forse è stata vostra mamma, quando vi siete azzardati a portare in casa qualcosa di particolarmente ingombrante. O ancora la nonna ottuagenaria, che vi rimprovera per l'uso smodato dello smartphone a tavola: un oggetto che lei, rimasta ai tempi del telegrafo, definisce per praticità “i’ troschi”. 

In generale quindi possiamo affermare che il termine venga usato con un’accezione spesso negativa, senza mai perdere la sfumatura ironica propria del vernacolo. Secondo alcune fonti l’espressione deriverebbe dalla tradizione politica della Toscana, una regione tendenzialmente “rossa”, che avrebbe preso a prestito il nome di Lev Davidovič Bronštejn, meglio noto come Leon Trotsky, celebre politico e rivoluzionario russo, storpiandolo e utilizzandolo in senso metaforico per indicare qualcosa di vecchio e superato. 

Nonostante la fortuna riscossa da questa ipotesi, l'origine dell’espressione è molto più antica del rivoluzionario bolscevico vissuto dal 1879 al 1940. Sembra infatti che il termine risalga addirittura ai tempi degli Asburgo-Lorena, la dinastia austriaca che salì sul trono del Granducato di Toscana dopo la capitolazione dei Medici. Con l’avvento dei Lorena infatti vennero introdotte a Firenze delle enormi carrozze, chiamate col termine tedesco “droschke”, parola che a sua volta deriva dal russo “drozhki”, ovvero “carrozzella”. I fiorentini, da sempre sfrontati e irriverenti, si divertirono a imitare l’accento tedesco e la storpiatura da “droschke” a “troschi” avvenne quasi naturalmente: fu sufficiente pronunciare la “d” di “droschke” alla tedesca, prendendosi gioco dell’accento dei nuovi dominatori.  

Se quindi inizialmente la parola indicava veicoli di grosse dimensioni, piuttosto lenti e decisamente ingombranti, col tempo ha assunto un significato più ampio e generico. Mantenendo comunque l’originaria valenza negativa e di disprezzo.   

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