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Cronaca

Perché l’espressione “a ufo” è tutta fiorentina

Gli ufo vengono da Firenze. Non parliamo di alieni però, ma di un detto che nasce proprio nella Firenze antica durante la costruzione del Duomo. Un tempo i materiali destinati alla costruzione di importanti opere architettoniche erano esenti da ogni dazio. A ricordare questo esonero veniva posto su di essi la scritta A.U.F.O., acronimo in lingua latina che stava per ad usum Fabricae Operae, ovvero “ad uso della fabbricazione dell'opera”. La sigla comparve nella Firenze del '200 durante l'edificazione dell'Opera del Duomo, dove il materiale utilizzato venne marcato con le lettere "A.U.F.O.", in questo caso acronimo di Ad usum Florentinae Operae, ovvero “ad uso dell'Opera Fiorentina” e dunque esente da tasse. Pare che lo stesso acronimo venne utilizzato anche a Roma sui materiali destinati alla costruzione di San Pietro e persino per il Duomo di Milano i cui blocchi, che provenivano dalla Val d'Ossola via fiume, recavano la scritta A.U.F. (ad usum fabricae). 

Secondo un'altra versione l'origine di questo modo dire è da rintracciare nel corso del '500, quando i magistrati fiorentini erano soliti scrivere lettere commerciali senza spese di invio, diverse da quelle tassate poiché riportavano sopra la dicitura “Ex Ufficio”, abbreviata nella sigla “Ex-Uffo” da cui deriverebbe l'espressione attuale. Da allora la formula “a ufo” sarebbe divenuta sinonimo di gratuità, indicando qualcosa che può essere presa e utilizzata senza pagare.

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