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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Scandalo escort, ecco di cosa 'ciana' la città da quando si è scoperta a luci rosse

Ecco cosa scrive la stampa locale e nazionale dello scandalo che ha colpito Firenze. Ecco il punto da tre diverse angolature: dalla politica, alle intercettazioni passando dalle parole dell'Ape regina

“Anche in base ai’ famoso proverbio: tira più un pelo di fia che du’ paia di bovi”…..In ‘Berlinguer ti voglio bene’, alla casa del popolo, il compagno Vladimiro Tegoloni introduce così il dibattito sulla parità tra i sessi. Un’altra epoca, un’altra Italia, uno spaccato di periferia, acerbo, che prende le misure con una discussione che, in salsa politically correct, oggi piace definire ‘pari opportunità’. Quell’Italia non c’è più; la massima toscana, musicata dal gergo fiorentino, è più viva che mai. Proprio qui, a Firenze, dove da giorni sulle pagine dei giornali imperversa lo scandalo a luci rosse. Quello delle escort, di professione o dell’ultima ora, delle infermiere, studentesse e dell’Ape regina.

Sarà che il caso scotta; sarà che ci si è messo di messa di mezzo la procura; sarà che tra i 14 nomi del registro degli indagati (iscritti a vario titolo per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione) c’è un pezzo della Firenze bene; saranno il giro poteva contare di ben 142 squillo; sarà che l’intreccio morboso e perverso fa tremare la politica; sta di fatto che in città lo scandalo sta facendo il giro dei quattro rioni. E quella Firenze, un po’ pudica, un po’ bacchettona, bella ma mai pornografica, si è fatta curiosa e spiona. Anche grazie ai quotidiani e giornalisti che si sono messi a guardare dal buco della serratura. E allora abbiamo deciso di fare una ricognizione della stampa locale per capire e sentire il polso del racconto.

LIBERO – Ieri, il premio del titolo più cattivo se l’è aggiudicato Libero: “Casalinghe e infermiere a letto con vip e politici. Ecco la porno-Firenze”. Nel pezzo un appunto sulle ripercussioni politiche legate alla vicenda:

“Un’inchiesta che fa tremare anche il palazzo comunale e il sindaco Matteo Renzi, visto che uno dei suoi assessori, Massimo Mattei, dimessosi nei giorni scorsi per “motivi di salute”, salta fuori che è stato il datore di lavoro di Adriana, definita l’ “Ape Regina”, la prostituta che ha confessato di aver fatto sesso con un collaboratore di Mattei a Palazzo Vecchio.

CORRIERE FIORENTINO –   Il nome l’assessore Mattei non compare nella lista degli indagati redatta da Giuseppe Bianco, il pm titolare dell’inchiesta. Compare tuttavia nelle intercettazioni, le stesse che poi sono finite nelle redazioni dei giornali. Conoscevo Adriana, ma ne “ignoravo” il mestiere. Questa la tesi dell’ex assessore, che con la rumena 42enne aveva una certa confidenza. Almeno così pare sfogliando le pagine del Corriere Fiorentino:

“Nelle carte depositate il nome di Mattei compare tre volte. Ed è sul cellulare intestato al Comune di Firenze – in uso a Mattei –  che si legge un sms del 20 febbraio 2012: “Baci tesoro. Ci vediamo domani e facciamo un po’ d’amore?”, scrive la ragazza. La telefonata successiva a questa domanda è omessa ma non lo scambio di messaggi a fine conversazione. “Tesoro non riesco a passare. Scusami” e “Ok, baci a presto”.

PANORAMA – Il settimanale invece punta sull’esclusiva: una breve intervista alla donna del momento, Adriana, l’“Ape regina”:

“Non sono una puttana! Come glielo devo dire? Capita nella vita di avere della amicizie, dei compagni sbagliati. Secondo lei, se io fossi quello che dicono, continuerei a tenere questo numero di telefono? Ma lo cambiavo, no? Voi giornalisti dovete lavorare, ma interpretate le cose a modo vostro, fantasticate”.
Come dobbiamo interpretare la telefonata in cui descrive l’amplesso in Comune?
“Una persona al telefono può dire anche cose irreali, inventare per ingelosire o per allontanare qualcuno. Può accadere di giocare con delle battute con un ex compagno, porca miseria”.
Ma lei è una escort?
Mi creda, io non ho mai chiesto niente a nessuno per vivere facile, mi sono sempre rimboccata le maniche per lavorare. Il mio obiettivo è sempre stato fare le cose giuste, spaccarmi di lavoro. Se avessi fatto quello che scrivono i giornali, se avessi voluto fare la bella vita, non mi sarei mai comportata così. E invece eccomi qua, con il mio lavoro, i miei debiti, con il mio numero di telefono e le rispondo. Non ho nemmeno i soldi per l’avvocato”.

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