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Cronaca

Acqua, Enrico Rossi al Pd: "Resti pubblica"

Dopo i due emendamenti presentati alla legge in discussione alla Camera interviene il presidente della Toscana: "Hanno già deciso i cittadini nel referendum del 2011"

"Acqua pubblica, pubblici e incedibili pozzi, acquedotti, fognature, depuratori, pubblica la gestione del servizio, fatta da società pubbliche". Non si può dire che la posizione di Enrico Rossi non sia chiara, almeno a giudicare dai tweet messi in rete questa mattina dal presidente della Regione, che così inteviene sul caso segnalato ieri alla Camera da Sel, M5S e Sinistra Italiana.

In discussione in commissione ambiente c'era il disegno di legge sull'acqua. La bagarre è scoppiata quando sono saltati fuori due emendamenti, entrambi presentati da esponenti del Pd, Piergiorgio Carrescia ed Enrico Borghi, che chiedono di eliminare l'articolo 6, proprio quello che che prescrive che il servizio idrico sia gestito da enti pubblici.

Le opposizioni hanno quindi duramente criticato il Partito democratico: "Arroganza incredibile, il Pd vuole stravolgere la decisione presa dai cittadini con il referendum del 2011", commentano diversi parlamentari. I firmatari degli emendamenti rispediscono le accuse al mittente. "Non c'è niente di più falso - replica Borghi -, c'è già l'articolo 1 che implica la gestione pubblica".

Ma il presidente Enrico Rossi qualche credito ai timori delle opposizioni lo deve aver dato, visto che all'argomento ha dedicato ben 3 tweet, nel giro di pochi minuti, e tutti molto netti: "Sull'acqua hanno già deciso 27 milioni di cittadini: l'acqua è di proprietà pubblica", scrive il presidente della Toscana. E nell'ultimo tweet aggiunge: "Per ripubblicizzare l'acqua ci vorrà tempo, ma le concessioni prima o poi scadono. Il Pd deve avere chiaro l'obiettivo da perseguire". Chissà cosa ne pensano a Roma.

FOTO - Tweet Enrico Rossi su acqua pubblica

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