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Cronaca

Due professori dell’ Università di Firenze scoprono i tre geni dell’Alzheimer

La scoperta è frutto di una ricerca internazionale pubblicata su Nature Genetics che ha visto la partecipazione di 450 scienziati

Si arricchisce di tre nuovi elementi il complesso “puzzle” per la comprensione della malattia di Alzheimer. Tre nuove varianti genetiche, implicate nello sviluppo o nella protezione dalla malattia, sono state scoperte nella microglia (il gruppo di cellule cerebrali che costituiscono la principale difesa immunitaria  del sistema nervoso centrale). E’ il risultato di una ricerca internazionale, pubblicata da Nature Genetics e sviluppata da più di 450 autori di tutto il mondo, fra cui Benedetta Nacmias e Sandro Sorbi, docenti di Neurologia presso il Dipartimento Neurofarba dell’Università di Firenze.

L’indagine, condotta su più di 85.000 soggetti, ha identificatoun gene (PLCG2) che riduce il rischio di ammalarsi della malattia di Alzheimer, e altre due varianti che, invece, possono aumentare il rischio di contrarre la malattia: ABI3 e TREM2.

“I risultati della ricerca – spiega Benedetta Nacmias - confermano che le cellule immunitarie del cervello, il cui ruolo è quello di smaltire le proteine e le cellule danneggiate, giocano un ruolo importante nella patologia e forniscono i bersagli proteici su cui possiamo cominciare ad intervenire con i farmaci”.

“Lo studio – commenta Sandro Sorbi - è la riprova che le cellule della microglia, che circondano i depositi di placca amiloide connessi con la malattia di Alzheimer, fanno parte della patologia. La sfida delle future ricerche sarà capire la modalità e i tempi per colpire la microglia e, in funzione preventiva, come influenzare le cellule della microglia prima dell’insorgenza dei cambiamenti cognitivi”.
 

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