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Cronaca

Lockdown, la giudice: "Illegittimi i Dpcm di Conte, negati diritti e libertà"

Le motivazioni della sentenza con cui un cittadino straniero, fuori durante il coprifuoco, è stato condannato per resistenza ma assolto dall'accusa di violazione del lockdown

Il giudice Lina Manuali del tribunale di Pisa ha condannato un cittadino di origine nordafricana, accusato di resistenza a pubblico ufficiale per non essersi fermato all'alt dei carabinieri, durante il lockdown. A suo carico c'era anche la violazione del Dpcm dell'8 marzo 2020 che imponeva di uscire solo per ragioni di lavoro, necessità o salute. Ma se l'uomo è stato riconosciuto colpevole del reato di esistenza, sul secondo capo d'accusa è stato assolto.

Il motivo si legge nelle motivazioni della sentenza (419 del 17 marzo 2021): "Lo stato di emergenza adottata dal consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020 è illegittimo per essere stato emanato in assenza dei presupposti legislativi, in quanto non è rinvenibile alcuna fonte che attribuisca al Consiglio dei ministri il potere di dichiarare lo stato di emergenza per rischio sanitario".

E quindi, spiega la giudice, "a fronte dell'illegittimità, devono reputarsi illegittimi tutti i successivi provvedimenti emessi per il contenimento e la gestione dell'emergenza Covid-19".

Scrive inoltre Manuali: "Nel nostro ordinamento, l'obbligo di permanenza domiciliare configura una fattispecie restrittiva della libertà personale e, in quanto tale, può essere irrogata solo dal Giudice con atto motivato da casi e modi. Solo un atto avente forza di legge e non un atto amministrativo, come è il Dpcm, può porre limitazioni a diritti e libertà costituzionalmente garantiti". 

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