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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Il nuovo Dpcm di novembre: lockdown "morbido" e coprifuoco in tutta Italia

Il provvedimento arriverà tra oggi e domani: un meccanismo automatico deciderà le chiusure alle 18 o alle 21. Ecco quali misure conterrà su scuola e spostamenti e quali sono le regioni e le province a rischio stretta

Il nuovo Dpcm di Giuseppe Conte e Roberto Speranza arriverà oggi, lunedì 2 novembre, o più probabilmente domani e porterà con sé il coprifuoco ma non più alle 18 nelle zone rosse del paese ma alle 21 in tutta Italia e fino al 4 dicembre. Questa è l'ultima mediazione sul lockdown prossimo venturo tra il governo e le Regioni sulla stretta che il presidente del Consiglio intende illustrare già oggi alla Camera. 


Il nuovo Dpcm di novembre e il coprifuoco alle 21 in tutta Italia

Il tutto accade, spiega Today,it, mentre il bollettino della Protezione Civile riporta 29.907 nuovi casi e 208 morti mentre continua ad aumentare la pressione sulle terapie intensive: ieri la differenza tra i dimessi e quelli che ci sono entrati riportava la cifra di +96 pazienti. La riunione di ieri notte sul nuovo Dpcm anti Covid tra il premier e i capi di delegazione del governo è stata aggiornata a  stamattina alle 8. Secondo le ultime indiscrezioni, in tutto il territorio nazionale, comprese le altre Regioni considerate a medio o basso rischio contagio, è previsto il coprifuoco alle 21 (e non più alle 18 come sembrava fino a ieri sera). Bar e ristoranti saranno chiusi la domenica a pranzo; mentre i centri commerciali lo saranno sia il sabato che la domenica. Quanto alle chiusure aggiuntive, che eventualmente decideranno le Regioni, i rimborsi saranno a loro spese.

"Il Dpcm di domani andrà nella direzione del principio di proporzionalità e ragionevolezza che ha guidato le scelte fino ad ora, facendo leva su qualche misura come la limitazione agli spostamenti interregionali se non per ragioni indifferibili, di salute o di lavoro", ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli ieri sera a Che Tempo Che fa. Quali? ''Stiamo ragionando su un meccanismo differenziato, rapportato ai rischi di contagio e soprattutto di saturazione del sistema sanitario'', ha detto ieri il ministro della Cultura Dario Franceschini anticipando anche lo stop ai musei. Nel mirino, raccontano fonti parlamentari della maggioranza all'agenzia di stampa AdnKronos, ci sarebbero:

  • Lombardia, Piemonte e Calabria, considerate dall'ultimo report settimanale dell'Iss Regioni a rischio alto con, rispettivamente, un'indice Rt a 2,01 1,99 e 1,84, tanto da rientrare nel cosiddetto scenario 4; 
  • Poi ci sono le regioni a rischio moderato come Molise (Rt 2,01), Bolzano (Rt 1,92), Emilia Romagna (Rt 1,6) e Trento (Rt 1,56);
  • Inquadrate nello scenario 3 con rischio definito alto ci sarebbero poi Puglia (Rt 1,47), Sicilia (Rt 1,38) Toscana (Rt 1,19);
  • Rientrano nello stesso scenario ma con rischio considerato moderato: Friuli Venezia Giulia (Rt 1,47), Umbria (1,45) Lazio (1,43) Marche (1,35) e Campania (1,29);

Il governo sta lavorando no stop alla stesura definitiva del pacchetto, attesa per martedì sera e non più per domani, come previsto in un primo momento. Per ora circolano solo indiscrezioni, con un unico punto fermo: fermale la curva il più possibile attraverso interventi più forti nelle regioni con maggiori contagi, prevedendo nel resto del Paese restrizioni più soft. Una strategia che scongiurerebbe per adesso un lockdown totale.


Il lockdown in Italia prossimo venturo
Secondo le ultime indiscrezioni il nuovo Dpcm di novembre le cui misure dovrebbero durare fino al 4 dicembre dovrebbe contenere un meccanismo automatico per i lockdown territoriali. Ovvero le Regioni e più in generale gli enti locali dovranno muoversi per dichiararlo nelle province o nelle aree metropolitane in cui l'indice Rt è superiore a 2 e gli ospedali sono in difficoltà oppure dove è pari a 1,5 e i nosocomi sono vicini al collasso. Nel Dpcm ci saranno anche misure che riguarderanno l'intero territorio nazionale, ovvero: 

  • lo stop ai movimenti tra regioni;
  • la chiusura dei musei, annunciata già ieri da Franceschini;
  • la didattica a distanza per tutte le scuole superiori e forse anche per gli alunni della terza media;
  • il possibile blocco totale di bar e ristoranti nelle zone più a rischio;

C'è discussione intorno all'orario (le 18 o le 21) mentre tornerebbe l'autocertificazione per i movimenti che potranno essere solo per ragioni di lavoro, salute o estrema necessità. Repubblica scrive oggi che su un punto, però, il governo sembra d’accordo a fine serata: le zone rosse locali, dove occorre, saranno decretate automaticamente. Conte le considera fondamentali. Quali?

Il monitoraggio sarà provinciale. In Lombardia tutte le Province, ad eccezione di Bergamo, sono oltre il limite. In Piemonte pure, compresa Torino. Stesso ragionamento per la maggior parte della Calabria. In Liguria c’è Genova. In Campania Napoli e Caserta. E ancora, alcune province siciliane come Enna e Caltanissetta, Brindisi in Puglia, alcune aree dell’Umbria, Bolzano e la Valle d’Aosta.


Tra i sindaci c'è chi dice che la necessità di un blocco nazionale deriva dalla difficoltà di far rispettare l'ordine pubblico. I governatori di centrodestra invece sussurrano a mezzo tweet (come quello di Giovanni Toti che ieri ha fatto arrabbiare molti) il lockdown degli anziani, ovvero di vietare la circolazione soltanto a una fascia d'età della popolazione. L’idea di costringere a casa gli “over 70” (o gli over 75 secondo Fontana) solleva dubbi di natura etica, politica e costituzionale. Probabilmente alla fine si punterà sulla formula della "forte raccomandazione" in nome del buonsenso. La Stampa scrive che se alcune aree venissero cinturate come zone rosse (terzo livello), "al loro interno le strette sarebbero molto più severe, con mobilità ridotta solo per necessità di lavoro e salute. Al di là dei servizi essenziali, farmacia e alimentari, potrebbero rimanere aperte le fabbriche, e gli uffici ma con ricorso allo smart working". 

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