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Cronaca

Dpcm 18 ottobre, chiusura di strade e piazze: dopo la rivolta dei primi cittadini salta il riferimento ai sindaci

Testo cambiato dopo la diretta di Conte: resta la possibilità di chiudere parti di città ma non è più specificato chi può farlo

"I sindaci dispongono la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, di vie o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, fatta salva la possibilità di accesso e deflusso agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private". Così si leggeva nella bozza del Dpcm 18 ottobre fino a ieri sera e così aveva illustrato il presidente del consiglio Giuseppe Conte, nella sua seguitissima conferenza stampa in diretta.

Le critiche dei sindaci al Dpcm

Una disposizione che aveva suscitato l'immediata protesta dei sindaci. "Il governo, senza nemmeno affrontare il tema nelle numerose riunioni di queste ore, inserisce in un Dpcm una norma che sembra avere il solo obiettivo di scaricare sulle spalle dei sindaci la responsabilità del coprifuoco agli occhi dell'opinione pubblica. Questo non lo accettiamo", dichiarava all'istante Antonio Decaro, primo cittadino di Bari e presidente dell''Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci).

"Ci saranno le forze dell'ordine a controllare le aree pubbliche in cui sarà vietato l'ingresso e a riconoscere residenti e avventori dei locali? I cittadini non si sposteranno da una piazza a un'altra? Nei momenti difficili le istituzioni si assumono le responsabilità, non le scaricano su altre istituzioni con cui lealmente dovrebbero collaborare. I sindaci sono abituati ad assumersi le loro responsabilità. Vorremmo che tutte le istituzioni facessero lo stesso", le dure parole di Decaro.

Su Facebook, immediate erano arrivate anche le critiche di Dario Nardella. "So che la situazione è difficile ma lasciare sulle spalle di noi sindaci la scelta delle zone dove imporre e controllare il coprifuoco è impossibile. Il Governo corra ai ripari subito e cambi questa regola", le parole del sindaco di Firenze.

Un post al quale sono seguiti centinaia di commenti. Molti dei quali critici con Nardella e con l'opposizione dei sindaci, invitati a prendersi a propria volta la responsabilità delle scelte.

"Caro Sindaco sei stato votato dal 55% di noi fiorentini, assumiti le responsabilità che ti competono. Mica ti hanno eletto per tagliare solo i nastri, scusa se mi permetto. Lo stesso vale per quelli che si fanno chiamare 'Governatori' (i presidenti di regione, ndr), si assumano le loro responsabilità in materia di trasporti", scrive ad esempio Stefano Cecchi, ex dipendente di Palazzo Vecchio e sindacalista Usb.

Sindaci, modificato il Dpcm

Ad ogni modo dopo la diretta del presidente del consiglio (svoltasi quando il Dpcm era ancora in realtà una bozza e non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, cosa che crea sempre un po' di confusione) il colpo di scena.

Nel Dpcm 18 ottobre firmato e pubblicato sul sito del governo quel riferimento ai sindaci salta. "Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private'', si legge nel nuovo testo. Eliminando dunque le parole "I sindaci dispongono...".

Resta dunque la possibilità di chiudere 'porzioni' di città, ma non è specificato nel dettaglio chi ha il potere di farlo. Una cosa simile, anche se a ingresso contingentato e non a chiusura totale, a Firenze l'abbiamo del resto già sperimentata in piazza Santo Spirito (sotto le due versioni del Dpcm, la bozza con il riferimento ai sindaci e il testo finale pubblicato sul sito del governo).

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