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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

La bozza del Dpcm 15 gennaio e le regioni in zona gialla, arancione e rossa

Il testo provvisorio del decreto ministeriale è stato illustrato agli enti locali e presentato nel consiglio dei ministri. In base al nuovo monitoraggio sei territori in giallo e due in rosso. Il resto dell'Italia finisce in arancione

Una bozza del nuovo Dpcm 15 gennaio è stata illustrata dall'esecutivo in una riunione con le Regioni, i Comuni e le province del ministro della Salute Roberto Speranza. Il decreto ministeriale è stato successivamente discusso nel consiglio dei ministri convocato in serata alle 22 e 20 e conclusosi poco prima della mezzanotte, mentre in serata è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto n. 2 14 gennaio approvato dal Cdm del giorno prima. Nelle nuove regole ci sono limitazioni per le visite ad amici e parenti nelle zone rosse e arancioni e la stretta su bar e ristoranti e la riapertura delle scuole il 18 gennaio, zone rosse e arancioni permettendo. Intanto, nonostante i numeri del Bollettino della Protezione Civile dicano che non è più così scontata (ma l'indice di contagio Rt è previsto in salita nel report dell'Iss), c'è chi preconizza l'arrivo della Terza Ondata dell'epidemia. E oggi è prevista la protesta dei ristoratori. 

Zona arancione e rossa: cosa succede

Nuovo Dpcm 15 gennaio: la bozza e le regioni in zona rossa, arancione e gialla

Secondo il testo della bozza del provvedimento, che deve essere ancora adottato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, viene certificato il rinnovo di tutte le misure già in vigore a partire dal coprifuoco dalle 22 alle 5, le scuole superiori in didattica a distanza al 50% da lunedì e l'inasprimento delle soglie per accedere alle zone con restrizioni, introdotte con il decreto approvato mercoledì: con Rt 1 o con un livello di rischio alto o, ancora, con un'incidenza di 50 casi ogni 100mila abitanti e un rischio moderato, si va in arancione, con Rt a 1,25 in rosso. Ci sono però alcune modifiche rispetto all'impianto legislativo che il governo aveva portato in consiglio dei ministri il 13 gennaio scorso:

  • Il divieto di spostamento tra le regioni, comprese quelle gialle, sarà in vigore fino al 15 febbraio e non più al 5 marzo;
  • fino al 5 marzo sarà invece valida la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa; 
  • sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia.

In attesa delle Faq della presidenza del Consiglio che spiegheranno come funzionano le nuove restrizioni è già possibile fin da subito ipotizzare che con il nuovo Dpcm sarà possibile il ricongiungimento tra partner, considerato tra le cause di necessità che si possono giustificare con autocertificazione, nella residenza, nel domicilio o nell'abitazione principale (e quindi non, per esempio, in una seconda casa di proprietà della coppia ma fuori regione). Continuerà quindi ad essere consentito anche il ritorno alla residenza, al domicilio e all'abitazione principale per chi si trova fuori per ragioni di lavoro mentre non sarà consentito andare a trovare i propri genitori autosufficienti al di fuori della propria regione (ma è consentito farlo se non sono autosufficienti, sempre con autocertificazione). In questo caso si potrà spostare solo una persona.

Il decreto legge 14 gennaio n.2 ha poi confermato la deroga che consente di ricevere a casa propria non più di due persone, eventualmente con bambini al di sotto dei 14 anni o con disabili a carico, per una sola volta al giorno e rispettando gli orari del coprifuoco (ma è consentito il pernottamento). Allo stesso modo ci si potrà spostare in non più di due persone per andare a trovare amici o familiari in un’abitazione privata. Attenzione: se ci si trova in zona arancione o rossa sarà consentito farlo solo all’interno del proprio comune; in zona gialla o bianca invece ci si potrà muovere all’interno della propria regione. Il calendario delle restrizioni avrà quindi tre date segnate:

  • il 16 gennaio entra in vigore il nuovo Dpcm: tutte le norme saranno valide fino al 5 marzo. Il divieto di spostarsi tra Regioni (anche le gialle) vale però fino al 15 di febbraio;
  • il 15 febbraio scade il divieto di spostamento tra regioni, anche gialle;
  • il 5 marzo scadono norme e divieti stabiliti dal nuovo Dpcm, così come la chiusura delle palestre, piscine e cinema

Tra le novità l’obbligo di mostrare un tampone negativo eseguito 48 ore prima l’ingresso in Italia per atleti, tecnici e commissari di gara che provengono da Paesi a rischio. La stretta sulla movida è stata confermata nella bozza del Dpcm che dovrebbe essere adottata, a ore, dal premier Giuseppe Conte. Per bar, enoteche ed altre attività commerciali che vendono bevande e alcolici scatta infatti il divieto di vendita da asporto alle 18. "Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 e 47.25 (bar e esercizi specializzati nella vendita al dettaglio di bevande e alcolici, ndr) - si legge nel testo - l'asporto è consentito esclusivamente fino alle 18". 

Le regioni in zona gialla, arancione e rossa a partire da lunedì 18 gennaio

Secondo i pronostici il report settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute oggi indicherà un Rt ancora in salita a 1,10 dall'1,03 della settimana scorsa. L'agenzia di stampa Ansa scrive che in base all'ultimo monitoraggio, con le modifiche introdotte dal decreto, solo sei regioni rimarrebbero gialle: Abruzzo, Basilicata, Campania, Sardegna, Toscana e Valle d'Aosta. Tutte le altre rischiano l'arancione, con la Lombardia e la Sicilia molto probabilmente in zona rossa.  E per la regione governata da Attilio Fontana, che aveva anticipato l'approdo in zona rossa nei giorni scorsi, si profila un caso scuola: il 13 gennaio il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha accolto un ricorso del comitato "A scuola!" contro l’ordinanza della regione che stabiliva la didattica a distanza al 100% fino al 24 gennaio, per le scuole superiori. Il tribunale regionale ha sospeso l’ordinanza perché ha ritenuto irragionevoli le motivazioni per cui era stata decisa la didattica a distanza: cioè il rischio di assembramenti fuori dalle scuole. Per il Tar l’ordinanza "anziché intervenire su siffatto ipotizzato fenomeno, vieta radicalmente la didattica in presenza per le scuole di secondo grado". Se la Lombardia andrà in rosso a causa delle terapie intensive, a far scattare le restrizioni più dure in Sicilia è la richiesta del presidente Nello Musumeci, che sarà accolta da Speranza. Secondo il Corriere della Sera i da lunedì 18 gennaio potrebbero invece essere fascia arancione Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, provincia autonoma di Bolzano, provincia autonoma di Trento, Puglia, Umbria e Veneto.

In bilico verso il rosso ci sono invece la Lombardia, l’Emilia-Romagna e la Calabria. Potrebbero rimanere in giallo Toscana, Molise e Campania.

Il Messaggero invece scrive oggi, confermando che le fasce di rischio renderanno l’Italia quasi completamente arancione, ci sono alcune regioni ancora senza responso. La zona rossa sembra confermata per Lombardia e Sicilia, in bilico tra zona rossa e arancione ci sono Calabria ed Emilia-Romagna, mentre "sicure" della zona arancione sono Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Bolzano, Trento, Puglia, Umbria, Veneto. In bilico tra zona gialla e arancione Molise, Sardegna, Abruzzo mentre le restanti (Toscana, Valle d'Aosta, Basilicata, Campania) sono in giallo. Secondo La Stampa in rosso saranno Calabria e Lombardia, in arancione Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Marche, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia, in zona gialla rimangono Valle d'Aosta, Toscana, Sardegna, Abruzzo, Campania e Basilicata. In bilico tra giallo e arancione il Molise. 

Nelle regioni con "scenario di tipo 1 e livello di rischio basso, ove nel relativo territorio si manifesti una incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti" scatterà invece la fascia bianca e tutte le attività potranno essere aperte. Al momento soltanto la Toscana è candidata. Nella bozza del nuovo Dpcm il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Nella bozza del nuovo Dpcm si legge anche che "con ordinanza del Ministro della salute, adottata ai sensi del comma 16-bis del decreto-legge n. 33 del 2020 sono individuate le regioni che si collocano in uno scenario di tipo 1 e con un livello di rischio basso, ove nel relativo territorio si manifesti una incidenza settimanale dei contagi, per tre settimane consecutive, inferiore a 50 casi ogni 100.000 abitanti, all'interno delle quali cessano di applicarsi le misure di cui all'articolo 1, e le attività sono disciplinate dai protocolli allegati al presente decreto". 

 La bozza del decreto 14 gennaio

La bozza del nuovo Dpcm: scuole superiori in presenza al 50%  

La bozza del Dpcm in vigore dal 16 gennaio prevede poi che a partire da lunedì 18 gennaio le scuole superiori di secondo grado "adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica... in modo che...almeno al 50% e fino ad un massimo del 75% della popolazione studentesca sia garantita l'attività didattica in presenza" (la Toscana è tra le regioni che già ripartita con la didattica in presenza, ndr).  "Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado - si legge infatti nella bozza del Dpcm sottoposta alle Regioni - adottano forme flessibili nell'organizzazione dell'attività didattica ai sensi degli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, in modo che il 100 per cento delle attività siano svolte tramite il ricorso alla didattica digitale integrata e che, a decorrere dal 187 gennaio 2021, almeno al 50 per cento e fino ad una massimo del 75 per cento della popolazione studentesca delle predette istituzioni sia garantita l'attività didattica in presenza. La restante parte dell'attività didattica è svolta tramite il ricorso alla didattica a distanza". Le Università, "in base all'andamento del quadro epidemiologico, predispongono piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari, da svolgersi a distanza o in presenza" secondo le "esigenze di sicurezza sanitaria nel rispetto delle linee guida del Ministero dell'università e della ricerca" e "ferme restando le attività che devono necessariamente svolgersi in presenza".

Durante il Consiglio dei ministri si è deciso di sbloccare i concorsi pubblici in presenza, ma per un massimo di 30 partecipanti per sessione. Il protocollo dovrà essere inoltre autorizzato dalla Funzione pubblica e dal Cts. A proporre il ritorno ai concorsi pubblici in presenza, seppur in sessioni contenute per numero di partecipanti, le ministre M5S Fabiana Dadone e Lucia Azzolina. Che subito hanno trovato il sostegno di tutte le forze di maggioranza. La misura entrerà nel Dpcm che il premier Giuseppe Conte firmerà nelle prossime ore.  

Gli impianti sciistici invece resteranno chiusi. Nel testo si precisa che dal 15 febbraio potranno aprire gli impianti "solo subordinatamente all'adozione di apposite linee guida da parte della Conferenza delle Regioni e delle province autonome e validate dal Comitato tecnico scientifico, rivolte ad evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti". Riaprono però i musei, gli istituti e i luoghi di cultura nelle zone gialle. I musei saranno aperti dal lunedì al venerdì "a condizione che detti luoghi, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali nonché dei flussi di visitatori, garantiscano modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone". 

Per bar, enoteche ed altre attività commerciali che vendono bevande e alcolici scatta invece il divieto di vendita da asporto alle 18. "Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 e 47.25 (bar e esercizi specializzati nella vendita al dettaglio di bevande e alcolici, ndr) - si legge nel testo - l'asporto è consentito esclusivamente fino alle 18". Fino al 5 marzo è stato infine prorogato il divieto di apertura di palestre e piscine ma già la prossima settimana il Cts potrebbe approvare le nuove linee guida proposte dal ministero dello Sport e autorizzare almeno le lezioni individuali. Invece "i servizi di crociera da parte delle navi passeggere di bandiera italiana possono essere svolti nel rispetto delle specifiche linee guida validate dal Comitato tecnico scientifico". 

Intanto Antonino Giarratano, che insegna Anestesiologia all’Università di Palermo ed è presidente della Società Italiana di Anestesia (Siaarti), in un'intervista al Corriere della Sera dice che si aspetta un'ondata di nuovi casi dell'epidemia di coronavirus: "Sì, da noi come in tutte le Regioni il nuovo aumento è il risultato delle zone gialle autorizzate a macchia di leopardo e continuamente cambiate sulla base dei parametri utilizzati per distinguere i livelli di rischio. Il colore giallo, a mio parere, equivale a un liberi tutti nella mentalità dei cittadini, così viene percepito. E porta inesorabilmente a crescita di contagi, crescita di ricoveri nei reparti e crescita di vittime". E 30 mila ristoratori hanno annunciato la loro adesione a #ioapro1501, la campagna nata e cresciuta sui social network che invita, per la giornata di oggi, ad aprire i locali a cena e non per asporto o delivery ma come se fosse un normale venerdì di un anno senza pandemia. Dopo mesi di chiusure e ristori arrivati sempre troppo tardi, come lamentano in molti, ora è tempo di riaprire. Anche solo per una sera. 

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