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Cronaca Rufina

Violenza inaudita a Rufina: segregata e violentata per un mese dall'ex cognato

Tenuta rinchiusa prima in un pollaio e poi in una roulotte, la donna è riuscita a scappare in un momento di assenza dell'uomo

Una donna di 53 anni è stata tenuta segregata e violentata per un mese di fila da un uomo di 55 anni, italiano, di Rufina, arrestato ieri dai carabinieri di Pontassieve. I fatti, allucinanti, sono accaduti in località Cigliano, in una zona rurale a pochi chilometri da Rufina.

L'uomo, pluripregiudicato, con precedenti per rapina e reati contro la persona, e già arrestato in passato per rapimento di prostitute, era in libertà vigilata, ed è stato arrestato nuovamente ieri per sequestro di persona in concorso, lesioni, violenza sessuale, violenza privata, rapina ed indebito utilizzo di carte di pagamento.

Un incubo per la donna iniziato tra il 3 e il 4 di settembre scorsi, quando l’uomo, con la complicità del fratello, quest'ultimo ex marito della donna, è riuscito ad attirare la donna nella propria dimora, in una località isolata.

Con l’inganno, come hanno ricostruito i carabinieri, l'ha fatta entrare in un capannone adibito a pollaio e qui, dopo averle sottratto la borsa, l'ha picchiata con violenza, anche utilizzando un tubo di plastica, legandola ad una branda metallica.

Per la donna è iniziato qualcosa di terribile, difficile da descrivere. L'uomo l'ha tenuta rinchiusa nel capannone adibito a pollaio per alcuni giorni, slegandola solo un paio di volte al giorno, per pochi minuti, per consentirle di mangiare, solo acqua e biscotti.

Le ha poi tagliato i capelli in modo rudimentale, costringendola a redigere una lettera indirizzata all’ex marito, dove è stata costretta a scrivere che si sarebbe trasferita all’estero, in modo da giustificare la sua irreperibilità. E' stata costretta anche a scrivere una delega alla compagna dell’aguzzino, dove l'autorizzava ad usare la sua carta di credito.

Dopo alcuni giorni di segregazione in questa sorta di pollaio, la donna, ormai completamente assoggettata all'uomo, spiegano ancora fonti dei carabinieri, è stata portata dal 55enne all’interno della propria roulotte e qui, con il timore di nuove violenze, costretta a violenze e rapporti sessuali con l'uomo. L'incubo è andato avanti quasi un mese.

Solo la mattina del 30 settembre la donna, approfittando di un periodo di prolungata assenza del suo aguzzino, è riuscita a scappare, percorrendo quasi 6 chilometri a piedi nel bosco, prima di arrivare su una strada e ricevere aiuto da un automobilista di passaggio.

A questo punto la donna si è rivolta ad un’amica, poi ai servizi sociali ed ai carabinieri, ai quali ha denunciato in lacrime l’accaduto. Per lei è stato subito attivato il Codice Rosa e la collocazione in una struttura protetta.

Le immediate indagini dell’Arma, coordinate dalla pm Beatrice Simona Giunti, hanno consentito di raccogliere numerosi riscontri a quanto raccontato dalla vittima, di acquisire prove fortemente indizianti a carico del suo sequestratore e di chiarire anche il ruolo avuto nella vicenda dal fratello di quest’ultimo, al momento ritenuto complice del 'solo' sequestro.

Resta invece da definire il ruolo della compagna dell’arrestato, che si sarebbe comunque prestata ad utilizzare in più occasioni la carta di pagamento della vittima. 

La gip del Tribunale di Firenze Angela Fantechi ha quindi disposto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 55enne, portato ieri a Sollicciano. Il fratello dell'uomo, ex marito della vittima, è ora invece sottoposto all’obbligo di dimora.

FOTO - FOTO - Donna segregata e violentata per un mese, l'intervento dei carabinieri

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