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Cronaca

Donazioni sangue: calate in Toscana causa pandemia. Ma non a Firenze: +2%

Male Prato e la Versilia. I dati dell'Avis Toscana

“Il quadro che emerge dai numeri del 2021 è critico, con risultati negativi sia in termini di donazioni che di donatori,  così come si è ridotto il numero dei nuovi soci, ma grazie a un impegno enorme da parte di tutti - Associazioni, trasfusionisti e istituzioni - abbiamo evitato una crisi ben peggiore e adesso siamo pronti a rilanciare la raccolta del sangue e del plasma”. A dichiararlo è la presidente di Avis Toscana, Claudia Firenze, che ha illustrato i dati relativi all’anno appena concluso durante l’assemblea regionale dell'associazione in corso all’Hotel Borgo Palace di Sansepolcro (Arezzo).

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Gli effetti a lungo termine della pandemia si fanno sentire, mitigati solo dall’impegno sinergico di Avis, delle istituzioni, dei trasfusionisti e delle altre associazioni del dono. I prelievi sono scesi di circa 2.000 unità (-1,8%) rispetto al 2020, e il numero dei soci donatori ha registrato un lieve calo (-0,7%). Numeri sui quali ha inciso l’andamento negativo dei nuovi soci, passati dai 7.959 del 2020, un dato sorprendente e eccellente considerato l’anno pandemico, ai 6.941 del 2021 (-12,8%), tornando sui livelli pre pandemia.

I dati

Nel 2021 dai donatori di sangue toscani di Avis sono state effettuate 82 mila donazioni di sangue intero (il 74%), 25.600 di plasma e oltre 3.000 di multicomponenti. Se il dato relativo al sangue è in crescita del 2% (2.000 donazioni in più), il plasma è sceso del 12%, con 3.400 prelievi in meno. Cifre al ribasso anche per quanto riguarda le Unità di raccolta (UdR) associative, che soffrono della generalizzata mancanza di personale medico e infermieristico e della definitiva chiusura di quelle senesi.

“L’andamento dell’ultimo anno è stato oggetto di una profonda riflessione nel corso dell’assemblea, in cui abbiamo messo a punto le strategie di rilancio - commenta la presidente Firenze - consapevoli però della bontà del lavoro svolto che ci ha permesso di resistere a un lungo periodo di crisi, facendo la nostra parte a sostegno della sanità toscana. I numeri sono in calo, ma influenzati da diversi fattori, dalla campagna vaccinale alle varie ondate del virus, dalla riduzione degli orari dei centri trasfusionali, al calo di personale sanitario e alla ridotta promozione. Se siamo riusciti a farcela è grazie alla generosità dei tanti donatori toscani e alle forze messe in campo. In ogni caso - aggiunge Firenze - queste cifre devono fornire uno spunto di riflessione su come organizzare la nostra attività nei prossimi mesi”.

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L’andamento delle donazioni non è uniforme in tutte le sedi della Toscana. Importante il risultato dell’Avis di Arezzo e di quella di Grosseto, che hanno trainato l'Area Vasta Sud Est,  l’unica in cui risulta un incremento delle donazioni (+1,38%). Scendono del 3,5% rispetto al 2020 quelle dell’Area Vasta Centro, dove a preoccupare è soprattutto Prato (-7,7%), seguita dall’Empolese (-5,8%) e da Pistoia (-3,7%). Bilancio in positivo per l’area fiorentina, con un aumento del 2%. In calo anche l’Area Vasta Nord Ovest (-2,8%), in cui la Versilia si dimostra quella in maggior sofferenza (-7%).

“La carenza di sangue e dei suoi derivati - conclude Claudia Firenze - è una sconfitta per l’intera società, donare significa salvare delle vite. Da un lato potenzieremo la campagna di sensibilizzazione, in un’estate che si preannuncia più serena della precedente, sfruttando ogni mezzo possibile, dall’altro dovrà aumentare l'efficienza del sistema trasfusionale così da non disperdere gli sforzi dei donatori. Un dato che mi ha fatto piacere è la crescita delle donatrici nella fascia 18-25 anni, in controtendenza rispetto a ciò che riscontriamo nei più adulti e che ci fa ben sperare per il futuro”.


 

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