Disabilità, la lezione dell'inclusione: a Firenze nasce un nuovo calcio, ecco il "VisiBall"
Insieme in squadra vedenti e non: il regolamento allo studio nel capoluogo toscano, sarà pronto entro il giugno 2022. L'esperienza di Quartotempo, la società sportiva che apre le porte a tutti
Hanno festeggiato proprio in questi giorni i loro primi 10 anni di vita. L'attività che svolgono è speciale perché interpreta nel modo più fedele la definizione di "sport per tutti". La società si chiama "Quartotempo" e le sue strutture sono a San Piero a Ponti, nel comune di Campi Bisenzio.
Un progetto nato qualche anno prima con una cooperativa: ora fanno prevalentemente calcio e hanno un piccolo progetto sul basket. Non guardano in faccia a nessuno, è il caso di dirlo. Se vuoi giocare ti puoi accomodare qui, chiunque tu sia, a prescindere dalle tue capacità.
E così oggi contano 250 ragazzi iscritti, con varie disabilità (un centinaio hanno una disabilità certificata), prevalentemente intellettive e relazionali. Ma ci sono anche i non vedenti. E qualcuno di loro gioca persino in carrozzina. Tutti insieme appassionatamente, per dire che siamo tutti uguali: l'obiettivo principale è l'inclusione.
Un obiettivo così testardo che alla "Quartotempo" si sono inventati uno sport che ancora non c'era. Si chiama "VisiBall" e mette insieme, in un campo di calcio a 5, squadre miste di vedenti e non vedenti (oltre al portiere che è comunque sempre un vedente). Il regolamento di questo nuovo sport è in via di predisposizione proprio a Firenze e dovrà essere presentato entro il giugno 2022.
Tutto grazie ad un progetto europeo che ha visto la collaborazione, insieme agli italiani (e fiorentini), di greci, bulgari, rumeni, belgi e irlandesi. "Le squadre potranno essere composte in modo variabile e potranno avere anche tre vedenti e un non vedente o viceversa. E' uno sport creato proprio per rispondere alla necessità di includere facendo giocare tutti insieme", spiega Iacopo Fossi, responsabile della progettazione educativa di Quartotempo.
Fra i formatori della società ci sono allenatori di calcio, ma soprattutto psicologi. Qui la cura della tecnica sportiva si accompagna ad una attività sociale prevalente nei confronti degli atleti. Così accurata che in alcuni casi il rapporto predisposto fra atleti-allenatori è di uno a uno.
"E' una sfida - ribadisce Fossi - plasmiamo continuamente la struttura in base a richieste e caratteristiche ragazzi. Davvero tutti possono giocare a calcio, non ci approcciamo in base alla diagnosi ma li misuriamo come atleti, sull'impegno, la volontà di migliorare, oltre ai valori di lealtà, onestà, rispetto e cura di se stessi. E' una formula così costruttiva che sono venuti da noi anche bambini che non trovavano spazio in altre realtà".
A chi ha potuto seguire le recenti Paralimpiadi sarà magari capitato di rimanere a bocca aperta vedendo una partita fra ipovedenti, sport da cui prende spunto il VisiBall. Ma la ribalta tv è un'altra dimensione rispetto a chi fa i conti ogni giorno con la sostenibilità economica di un'attività del genere. "Il progetto europeo ci ha aiutato molto - sottolinea Fossi - perché le rette non bastano a coprire i costi. Così sopperiamo con raccolte fondi, bandi, sponsorizzazioni".
Nei giorni scorsi, in occasione del decimo compleanno della società, a Campi Bisenzo c'è stata la visita di Rocco Commisso, Presidente della Fiorentina che ha donato il nuovo manto del campo "Dino Manetti". Già tre anni fa la società viola aveva donato le sponde del campo e un pulimino.
Su queste basi va avanti spedito il progetto del "VisiBall", che ha visto già le prime sperimentazioni nelle scuole fiorentine, al liceo Gramsci e all'istituto Buontalenti, oltre che a Milano, Roma e negli altri paesi esteri partner del progetto. Dallo sport arriva così l'ennesima lezione di inclusione. E questa volta passa pure da Firenze.