Sollicciano: tenta suicidio ma viene fermato, poi cade a terra e muore
Un detenuto di 48 anni è morto dopo aver tentato il suicidio in una cella del carcere di Sollicciano. Sul caso è stata aperta un'inchiesta dalla procura di Firenze
Un’altra morte nel carcere di Sollicciano, la quinta dall’inizio dell’anno. La dinamica è quasi sempre la stessa, detenuti disperati che si tolgono la vita impiccandosi con un lenzuolo nella propria cella. Ed è stato così anche sabato scorso, il 4 agosto, quando un detenuto coreano di 48 anni ha impugnato quella stessa lunga striscia bianca di tessuto.
Un agente penitenziario però se n'é accorto ed è riuscito a fermarlo ma mentre la guardia correva a chiamare soccorso l'uomo è caduto a terra, ha battuto la testa ed è morto. L'episodio, riferito oggi dal Corriere Fiorentino, é oggetto di un'inchiesta della procura di Firenze senza ipotesi di reato e a carico di ignoti. L'autopsia è stata eseguita ieri. Il coreano doveva scontare una condanna definitiva a sei anni e quattro mesi per due rapine. Sarebbe uscito di prigione nel giugno del 2014. Proveniva dal carcere di Perugia e a Sollicciano era nella sezione 'Transito'.
Da tempo chiedeva di essere trasferito a Roma e aveva scritto numerose lettere all'Amministrazione Penitenziaria. L'uomo, dal carattere chiuso e schivo, pare avesse litigato con altri detenuti ed era sotto osservazione psichiatrica. Per queste difficoltà di relazione, aveva ottenuto una cella tutta per sé.