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Cronaca

Carceri, detenuti tossicodipendenti nelle comunità di accoglienza

Un intervento che coinvolgerà tra 50 e 60 detenuti toscani e per il quale la Regione destina un finanziamento di 1 milione e 500.000 euro per il biennio 2014-2015

I detenuti con diagnosi di tossico-alcoldipendenza potranno accedere alle misure alternative al carcere ed essere accolti nelle strutture gestite dagli enti aderenti al Ceart (Coordinamento degli Enti Ausiliari della Regione Toscana). Un intervento straordinario che coinvolgerà tra 50 e 60 detenuti toscani, e per il quale la Regione destina un finanziamento di 1 milione e 500.000 euro per il biennio 2014-2015. L'intervento è previsto da una delibera approvata recentemente dalla giunta su proposta dell'assessore al diritto alla salute Luigi Marroni.

Nel dicembre 2013, Regione Toscana, Ministero della giustizia, Tribunale di sorveglianza di Firenze e Anci Toscana avevano siglato un protocollo tematico per il miglioramento delle condizioni di vita della popolazione detenuta: tra le varie azioni previste dal protocollo, anche la messa in atto di misure finalizzate al recupero e al reinserimento di detenuti con problemi legati alla dipendenza da sostanze.

Alle misure alternative, riconosciute dalla competente autorità giudiziaria, potranno accedere quei detenuti per i quali sia stata formulata la diagnosi di tossico-alcoldipendenza e il relativo piano terapeutico-assistenziale da parte dei Servizi per le dipendenze delle Asl toscane. Ad accogliere i detenuti, in regime residenziale, saranno le strutture gestite dagli enti aderenti al Ceart (Coordinamento degli Enti Ausiliari della Regione Toscana), che realizzeranno il programma terapeutico-assistenziale finalizzato al loro reinserimento.

Un gruppo di lavoro, costituito da esperti del Tribunale di sorveglianza di Firenze, del Prap (Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria) e dei competenti settori dell'assessorato, definirà le procedure per l'attivazione di questi percorsi; individuerà la lista dei detenuti da inserire in questi percorsi (50-60 persone); definirà la ripartizione delle risorse da destinare alle Asl; monitorerà il corretto svolgimento degli interventi e ne rileverà i risultati.

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