Degrado in città, parole a dir poco abusate nel dibattito quotidiano. Come degrado si indicano spesso i turisti che mangiano un panino seduti su uno scalino, i minimarket che vendono birre di notte, un ubriaco che fa pipì in strada. O magari una persona che si lava in una fontana. Certo non un bello spettacolo. Ma non è degrado anche lasciare in disuso per decenni una struttura immensa, nel cuore di una città come Firenze, nell'incuria?

E' quello che succede al Sant'Orsola, l'enorme ex convento a due passi dal mercato centrale. Un eterno buco nero, da decenni in stato di quasi totale abbandono. Ci ha provato tempo fa un pittore praghese, Vaclav Pisvejc, ad attirare l'attenzione, anche dall'estero, sulla stato del complesso, ricoprendo alcune pareti esterne di dollari finti. "Così i turisti scatteranno foto e le metterano sui social networks - spiegava l'artista -. Tutto il mondo vedrà in che situazione vive questa zona di Firenze, le istituzioni non potrano restare ferme". Speranze.

E' vero che più di recente ci sono stati gli scavi archeologici per trovare i resti della Monna Lisa. Ma questi non possono giustificare una situazione di abbandono strutturale che, come detto, dura da decenni. E di chi sono le responsabilità di tale stato di cose, di questo "degrado"?

Foto - Degrado al Sant'Orsola

Periodicamente il politico di turno annuncia un nuovo piano per il rilancio del complesso, ma gli anni passano e la situazione resta la stessa, con le parole portate via dal vento e dimenticate. E con l'abbandono allora sì che nasce il degrado. E capita spesso, come ieri, di vedere di tutto intorno all'edificio: rifiuti, valige aperte, biciclette e motorini semidistrutti, forse rubati e lasciati lì, bottiglie e vetri rotti. In pieno giorno, come dimostrano le foto, rispunta anche un siringa usata in mezzo al marciapiede.