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Cronaca

Il “decalogo” shock ai cinesi dell’Osmannoro e Quaracchi | FOTO

Volantini distribuiti in mercati, capannoni e per le strade: "Portiamo loro regole e doveri"

Ieri mattina il capogruppo in Consiglio regionale di FdI, Giovanni Donzelli, affiancato a una delegazione del partito, ha smistato tra i cittadini cinesi dell’Osmannoro e Quaracchi il decalogo shock che, secondo i promotori, “sarebbe necessario agli stranieri per integrarsi”. 

Regole tradotte per l’occasione in lingua cinese. Infatti i cittadini del Paese del dragone hanno rappresentato la prima tappa del tour toscano organizzato dai rappresentanti del partito di centrodestra. Sul posto erano  presenti anche polizia e telecamere. Nessuno degli immigrati da “educare” ha avuto particolari reazioni se non sgranare gli occhi per la singolare iniziativa. Gli organizzatori hanno distribuito i volantini in strada e si sono recati anche all’interno di negozi, capannoni, aziende e luoghi di ritrovo della zona. 

 “Siamo qui perché forse molti cinesi non sanno che in Italia è vietato lavorare 12 ore al giorno senza contratto, ferie o tutele sanitarie – spiega Donzelli – mentre noi abbiamo voluto ricordare a quanti vengono schiavizzati nei capannoni quali sono i diritti e quali i doveri da rispettare. C’è una sinistra buonista che si concentra solo sui diritti e finge di non vedere intere zone della periferia invase dall’abusivismo, dal degrado e dalla sporcizia. Anche gli italiani dovrebbero rispettare queste regole di convivenza, è vero, ma almeno loro le conoscono: nel caso degli stranieri, invece, a volte ciò che qui in Italia è reato viene ritenuto normale nel Paese d’origine. Oggi abbiamo avuto una buona accoglienza, ed è normale che sia così: a scandalizzarsi è stata solo la sinistra del finto buonismo, anche perché c’è chi lucra sugli immigrati. Quanto abbiamo fatto noi oggi dovrebbe in realtà essere compito delle associazioni, strapagate dalle istituzioni: enti che dovrebbero occuparsi dell’integrazione e invece preferiscono lasciare i cittadini stranieri in condizioni disagiate. Parlano loro di diritti e poi, se qualcuno riesce a ottenere la cittadinanza, passano a chiedere il voto. Le ispezioni fatte dalla Regione a Prato non fanno che peggiorare la situazione, perché di fatto legalizzano l’irregolarità: limitandosi a segnalare, senza prendere iniziative concrete, la Regione fa solo da sentinella e mette in guardia chi, una volta ‘pizzicato’, può cambiare zona e ricominciare”.

Immigrazione, decalogo ai cittadini cinesi

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