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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Quando gli artigiani d'Oltrarno trasformarono la star di Hollywood in apprendista calzolaio

Correva l'anno 1999 e 'l'ultimo dei mohicani' entrò nella bottega dei Bemer

Firenze, fine anni 90. I grandi progetti estivi delle amministrazioni comunali, la Fiorentina in Champion’s League, le spese pazze e le aperture dei centri commerciali.

Daniel Day-Lewis, il fascinoso e intrigante protagonista di ‘Il Petroliere’, ‘In nome del padre’, ‘Camera con Vista’, 'L'ultimo dei Mohicani', è stufo della vita da star hollywoodiana e, dopo il film ‘The Boxer’, decide di ritirarsi a Firenze, da amici. In Oltrarno, a Santo Spirito.

Ma i paparazzi lo tampinano anche in riva d'Arno. L'attenzione mediatica è costante. Un giorno, l'attore irlandese tenta una fuga dai giornalisti. Correndo per l’Oltrarno, si ritrova in San Frediano davanti alla vetrina dei suoi calzolai preferiti: i fratelli Bemer, Mario e Stefano.

Daniel Day-Lewis entra in bottega e scompare alla vista di giornalisti e paparazzi. Nessuno sa che cosa si siano detti, gli artigiani e l'attore.

Ma l'esito di quel colloquio è che da quel momento, Daniel Day-Lewis rimarrà in bottega come apprendista calzolaio per 10 mesi, tra il 1999 e il 2000. Sotto la guida dei maestri Bemer, impara il mestiere e arriva a disegnare i propri modelli.

Di fatto, l’attore irlandese viene adottato dalla famiglia Bremer, come confermano Cristina Bemer, moglie di Stefano Bemer, e Mario Bemer in un'intervista a Vanity Fair.

“Stefano gli disse che non potevamo pagarlo secondo i suoi abituali cachet, ma a lui non importava. Lavorò gratis” racconta Cristina. “La mattina, Daniel arrivava in bici con una bottiglia d’acqua, la camicia a quadri e i jeans” aggiunge Mario.

E Cristina sottolinea: “Aveva una compostezza maniacale, non dava confidenze, e stava in religioso silenzio otto ore al giorno: il primo ad arrivare, l’ultimo ad andare via”.

In cambio, i Bemer e la gente del quartiere gli offrirono 'protezione': una volta, un paparazzo riuscì a fotografarlo seduto al banchino con gli attrezzi in mano. Fu rincorso e quasi malmenato.

E quando Madonna si presentò in bottega per portarlo a cena, Daniel - che non ne voleva più sapere di quel mondo - fu preso dal panico, e implorò Stefano Bemer di invitarlo da lui per offrirgli un alibi.

L'attore fece bruciare d'impazienza anche Sting. Il suo amico Daniel era in bottega e non voleva staccare. L'ex Police aveva fretta: fra poco sarebbe cominciato il suo concerto e l'amico era invitato.

Niente da fare: il premio Oscar disse che lui, alla chiusura, doveva spazzare il pavimento, e che non si sarebbe mosso prima di averlo fatto. Sting cominciò il concerto in ritardo, per “un inconveniente tecnico”, scrissero i giornali.

Per sancire l'addio di Day-Lewis ai Bemer e a Firenze ci volle un peso massimo: Martin Scorsese, che ne farà il macellaio Bill in 'Gangs of New York'.

“Ricordo bene - racconta Mario Bamer - le due mattinate intere che Scorsese passò qui, cercando di convincere Daniel a recitare in Gangs Of New York, mentre lui imperterrito smartellava sulle scarpe. Fu Rebecca, la moglie, che alla fine lo persuase”.

E al pranzo d'addio, quando gli artigiani fiorentini lo salutarono dicendogli che quella era casa sua, il divo hollywoodiano scoppiò a piangere come un bambino.

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