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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Fiorentina-Juve, il tifoso con la maglia del Liverpool: "Sono fuggito all'estero per le minacce di morte"

In una conferenza stampa organizzata insieme al proprio avvocato il tifoso viola, che ha ricevuto un daspo di due anni per aver indossato la maglia del Liverpool, ha voluto spiegare la sua versione dei fatti

Fiorentina-Juventus di sabato 3 settembre non è ancora terminata. Almeno per quanto riguarda gli spalti, dove Valentino Nerbini, tifoso viola, ha ricevuto un daspo di 2 anni dopo il video apparso sui social dove indossava la maglietta del Liverpool insieme al figlio. Come spiega l'avvocato dell'assistito Mattia Alfano, il tifoso dopo tale video è stato costretto a scappare addirittura all'estero per le minacce di morte ricevute: "Vogliamo dare la nostra visione della vicenda, che è stata fortemente fraintesa. Il mio assistito, oltre che essere un amico è anche un collega. E' dovuto fuggire all'estero perché il suo nome e la sua faccia sono circolati su internet ben prima del provvedimento che ancora non ha ricevuto. Il suo nome è circolato dallo scorso fine settimana, ed è stato oggetto di una tempesta mediatica sui social e suoi suoi numeri di telefono, in quanto essendo un avvocato ha i propri contatti registrati pubblicamente sull'albo, da parte di tifosi o pseudo tali che da tutta Italia lo stanno minacciando di morte. Si parla di una persona facilmente individuabile perché sappiamo tutti dove è il suo studio e dove abita. a notizia del Daspo e che fosse lui a riceverlo è circolata ben prima che lui potesse sapere di poter essere raggiunto da un provvedimento. Valentino ha ricevuto prima le minacce che la notifica del provvedimento".

L'avvocato ha poi spiegato quella che è stata la dinamica dei fatti: “Valentino il giorno di Fiorentina-Juventus non aveva la maglia del Liverpool a caso. Basta guardare il suo profilo Facebook, dove ci sono tante foto che evidenziano la passione sua e di suo figlio per la squadra del Liverpool, che lo ha portato più volte a vedere la città e la squadra. C'è anche un disegno di suo figlio di due anni fa che lo ritrae con la maglia del Liverppol. Il giorno della gara contro la Juventus, era anche il giorno del derby tra Everton e Liverpool. Valentino e suo figlio sono andati a vedere la partita in un pub e rientrando dal pub era troppo tardi per tornare a casa a cambiarsi e quindi si sono recati direttamente allo stadio Franchi come erano andati nel pub per vedere il derby di Liverpool. Valentino aveva quindi casualmente la maglia del Liverpool, e non c'era nessun intento di voler ricordare le morti dell'Heysel, al quale va il massimo rispetto sia nostro che suo. Nessuno aveva voglia di andare a rendere pan per focaccia e quanto meno a coinvolgere una vicenda drammatica che ha colpito tutta la tifoseria italiana. E' stato semplicemente accidentale che quel giorno avesse la maglia del Liverpool, come è stato accidentale che rispetto a degli sfottò gravi e brutti, molti ripresi anche questi dai social dai tifosi della Juventus, lui abbia risposto come fanno molti tifosi allo stadio con degli sfottò. Certamente ha sbagliato, ma non c'era nessun collegamento col Liverpool, se non per prendere in giro i tifosi della Juventus che da anni stanno provando a vincere la Champions League, con il ricordo della squadra per cui tifa Valentino, che da poco tempo ha vinto la coppa. Questa è la vicenda che riguarda questo ragazzo. l Daspo è un provvedimento che non dà la possibilità alla persona di poter spiegare le proprie ragioni. Non esiste un altro provvedimento analogo. Solitamente nella giustizia ordinaria, prima di irrogare il provvedimento si chiede sempre l'interrogatorio di garanzia. E' come se negli stadi sia tutto permesso. Essendo all’estero, Valentino ha chiesto che la notifica gli possa arrivare via pec, gli è stata negata questa possibilità e dopo ha chiesto che la potesse ricevere il suo avvocato, cioè io, ma siamo ancora in attesa. Stiamo ragionando di un provvedimento che tutti sanno, ma che il diretto interessato non ha potuto ancora leggere. Questo è particolare, perché il Daspo dovrebbe spiegare all'interno delle proprie argomentazioni le ragioni per cui un soggetto dev’essere ritenuto pericoloso tanto da limitare la libertà personale senza che un giudice che possa valutare il provvedimento. Io mi domando se un soggetto come Valentino, che frequenta quotidinamente le aule di giustizia, ma che è anche un procuratore sportivo molto conosciuto da decenni che gira gli stadi di tutta Italia, possa improvvisamente diventare un soggetto pericoloso senza ricevere spiegazioni”.

Il tifoso viola ha poi voluto dare direttamente la sua versione dei fatti: “Mi ritrovo mio malgrado in una situazione particolare. Sono perplesso su alcuni fattori che l'hanno determinata. Come ho già indicato in una lettera informale al questore, io non sono stato identificato all'interno dello stadio. Quando ho sbandierato la sciarpa del Liverpool due steward mi hanno ammonito verbalmente dicendomi di non rifarlo, altrimenti sarei stato sanzionato. Io non ho più sventolato nessuna sciarpa. Tra l'altro avevo anche quella del Torino, in quanto siamo gemellati. Sono 50 anni che vado allo stadio, e su 40/50 partite con la Juventus, compresa quella di Avellino del 1990, non ricordo di essere entrato allo stadio senza la sciarpa del Torino. La dinamica della mia condotta è particolare ma anche quella delle forze dell'ordine, perché io ho passato tutto il secondo tempo a sedere con mio figlio, che aveva anche la maglia degli azzurri di S.Croce, perché il caldo era aumentato. E' stato il destino a non volermi far rientrare a casa, perché quel giorno su Firenze si scatenò una bomba d'acqua. Io e mio figlio bagnati, perché eravamo in centro, siamo addirittura entrati in un negozio e l'ho rivestito da cima a fondo. Quando siamo entrati allo stadio, dopo aver visto il Liverpool al pub, è uscito il sole e la giornata era diventata bella, e da lì ci siamo spogliati. Se la maglia del Liverpool aveva una valenza di istigazione della violenza, perché me l'hanno fatta tenere per tutta la partita? Nel pre partita ho avuto una frazione di secondo dove ho fatto quel gesto in affronto a quei cori verso la mia città e la mia squadra. Perché quindi non mi è stato indicato che questa maglietta fosse un problema? Non riesco a capire se quel gesto che ho fatto è meritevole di due anni di daspo. Rimango un po' basito, perché al netto del lavoro che faccio, sono stato negli stadi di tutto il mondo, e situazioni come questa non le ho mai viste. Conosco la legge e pensavo di averla rispettata. Il mio è stato un comportamento da tifoso, in risposta alle offese dei tifosi bianconeri, che inneggiavano anche a cori anti semiti. Adesso sono preoccupato, non tanto per la mia salute, ma per le ripercussioni negative di questa vicenda. Mi dispiace nell'aver creato un danno d'immagine anche alla tifoseria fiorentina, che nel mio piccolo ho sempre cercato di rappresentare al meglio in giro per il mondo.Cercherò di trovare una modalità questo laddove persso il Tar mi sarà data possibilità”.

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