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Cronaca

3 curiosità sul Perseo di Benvenuto Cellini

Una delle statue più belle e famose del gruppo scultoreo sotto la Loggia dei Lanzi. Parliamo di Perseo con la testa di medusa, celebre opera bronzea dell'artista Benvenuto Cellini in piazza della Signoria. 

Il mito di Perseo e la Medusa - Secondo un gusto squisitamente classicista, la maggior parte delle opere di piazza della Signoria rappresentano un tema mitologico, utilizzato come allegoria per spiegare le vicende dell'antica Firenze. Non fa eccezione il Perseo del Cellini, che scelse il trionfo dell'eroe greco su Medusa come simbolo della vittoria di Cosimo I sull'esperienza repubblicana della città, a cui il duca pose fine.

Il mito racconta come l'eroe greco riuscì a uccidere Medusa, l'unica mortale delle tre Gorgoni, esseri mostruosi con serpenti al posto dei capelli e lo sguardo pietrificante. Aiutandosi con uno scudo donatogli da Atena, Perseo riuscì nell'impresa, per poi donare la testa della gorgone alla divinità protettrice, che la pose sopra il suo scudo.

I numeri del Perseo di Cellini - Alta 319 centimetri, la statua venne realizzata dall'artista fiorentino tra il 1545 al 1554, anno in cui venne presentata in piazza della Signoria, riscuotendo un grandissimo successo. Secondo le indagini condotte da Bruno Bearzi, la testa della Gorgone e il corpo di Perseo hanno due composizioni diverse: Medusa sarebbe composta da un 90% rame e  10% stagno, mentre l'eroe presenta 95.5% rame, 2.5% stagno, 1% piombo, 1% zinco. La differenza è spiegata direttamente dal Cellini, che nella sua biografia racconta come, a causa delle enormi difficoltà incontrate nel corso della fusione dell'opera, decise di buttare nella fornace anche i suoi piatti e scodelle di stagno, per un totale di duecento pezzi. Pur avendo esibito un conto pari a 10.000 scudi, una cifra commisurata tanto alla  complessità della realizzazione quanto al magnifico risultato ottenuto, Cosimo I gliene pagò soltanto 3.500.

L'autoritratto nascosto - Il Perseo del Cellini nasconderebbe un'altra opera. Per scoprirla basta mettersi alle spalle della statua e osservarne la parte posteriore: alla giuntura della nuca e sul retro dell'elmo infatti l'artista ha realizzato un impressionante effetto ottico, grazie al quale vi sembrerà di scorgere il volto di un uomo. Pare infatti che Benvenuto Cellini abbia voluto scolpire un suo autoritratto proprio sul retro del Perso, quell'opera straordinaria che tanta fatica gli costò.

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