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Cronaca

Festa della Toscana: Cristicchi incanta al Teatro della Compagnia | VIDEO

Delicatezza e passione nella performance dell'artista romano, che regala in anteprima un testo inedito e un ricordo per il cavatore scomparso

Come Pietro Leopoldo ha conosciuto nel profondo la nostra regione, lasciandocene testimonianza in particolare in due testi: Stato di governo in Toscana e Viaggiar per la Toscana, anche Simone Cristicchi – da “antiquario della memoria”, come ama definirsi – ha sviscerato l’anima della nostra terra, regalando un testo inedito per la Festa del 30 novembre 2016.  Davanti ad una platea di istituzioni e personalità, ma soprattutto di tanti giovani attenti e partecipi, al Teatro della Compagnia di Firenze, l’artista, dopo aver studiato l’antropologia della nostra terra, ha raccontato la problematica della pena di morte, accompagnato dal chitarrista da Gianmarco Nucciotti.

“In dieci anni di carriera ho frequentato molto la vostra regione, a partire dalla memoria degli ospedali psichiatrici al coro dei minatori di Santa Fiora, innamorandomi di questo mistico, santo e profeta di David Lazzaretti”, ha esordito Cristicchi, che è partito dalla Maremma per parlare dei tanti morti ogni giorno in 90 paesi del mondo.

“Sempre mi piange il cor quando ci vai, perché ho paura che non torni mai”. Da qui il racconto di un bimbo che aveva il padre che faceva saltare in aria le montagne e che, un giorno, viene inghiottito dalla miniera. “Non so signora maestra se da grande farò il mestiere del babbo, non tanto per i chilometri da fare per andare giù e poi per risalire, in tutto 28, o per la polvere che fa diventare i polmoni di pietra”, confida il piccolo, ma per l’attesa che uccide. Il figlio del minatore, infatti, ogni sera si affaccia alla finestra a guardare le lampade ad acetilene che arrivano, per poi precipitarsi dalla mamma e invitarla a fare la cena al babbo che torna. 

“Quante persone care continuano a perdersi, come nelle cave di marmo di Carrara, l’ultimo si chiamava Mauro Giannetti e aveva 46 anni”, ha ricordato Cristicchi, introducendo il testo inedito per la Festa della Toscana 2016, scritto con l’amico Matteo Belliti. Un testo che racconta una ghigliottina: “Alzati in piè è giunta l’ora… ”, con un giovane che chiede solo di consegnare un biglietto alla madre, invitandola “a dar fine al duol e a darsi pace”, mentre “il capo viene spinto a forza nella mannaia” e attorno “c’è chi ride dell’altrui dolor”.

Alla fine cala il silenzio, come nello spazio tra il fulmine e il tuono, per raccontare ancora “un rigo di sangue umano sulla camicia”, una esecuzione della primavera del 1947, che si ripete ancora nel 1987, nel 1997, nel 2007, fino ai nostri giorni… in più di novanta luoghi diversi nel mondo, per i tanti morti che hanno la sventura di nascere nel momento e nello stato sbagliato. “Se un giorno questo elenco avrà fine sarà anche merito tuo – ha tuonato alla fine l’artista – quando griderai al mondo che nessuna tortura sia inflitta, che nessuna condanna a morte sia eseguita”; “sarà anche merito tuo se io sarò stato l’ultimo condannato”.

Un invito che già in tanti hanno accolto, come ha dimostrato, in chiusura di seduta solenne, il conferimento di due targhe per la straordinaria opera che la Comunità di Sant’Egidio e l’associazione Nessuno tocchi Caino svolgono in Italia e nel mondo. A ritirare i riconoscimenti Adriano Roccucci ed Elisabetta Zamparutti rispettivamente segretario generale del movimento di laici nato a Roma nel 1968 e tesoriera della lega internazionale per l’abolizione della pena di morte. Al monito di Simone Cristicchi: “Sarà anche merito tuo”, il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, ha risposto consegnando all’artista il Pegaso della Regione Toscana e, virtualmente, facendolo cittadino onorario della nostra terra.

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