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Cronaca

Crisi Coronavirus, la Caritas: "Rischio dispersione scolastica tra i nuovi poveri nel post-lockdown"

L'ultimo rapporto della Caritas registra un'allerta sulla sempre più stringente correlazione tra povertà economica e povertà educativa

“Bambini e ragazzi: la povertà educativa nell’emergenza Covid-19”. E’ questo il tema del quarto Report sugli effetti della pandemia, elaborato da Caritas Firenze in collaborazione con la Fondazione Solidarietà Caritas Onlus.

Un appuntamento mensile che si propone di offrire un quadro aggiornato dei fenomeni di povertà della diocesi sulla base dei dati raccolti dai Centri d’Ascolto, dai volontari sul campo, e in questo numero, da interviste ad insegnanti, personale della scuola, testimonianze provenienti da soggetti del terzo settore e da un questionario costruito ad hoc per i docenti di religione.

L’iniziativa è a cura dell’Osservatorio delle povertà e delle risorse, e nasce all’indomani della crescente domanda di aiuto causata dall’emergenza sanitaria, per rilevare e rispondere alle situazioni di disagio e vulnerabilità del territorio.

“In questo Report – dichiara Giovanna Grigioni, referente Osservatorio Caritas – abbiamo raccontato quello che è accaduto nell’universo dell’infanzia e dell’adolescenza durante il lockdown. Negli scorsi mesi abbiamo infatti constatato come il Coronavirus abbia reso evidenti alcune delle criticità che da tempo erano latenti nel tessuto sociale, anche nel mondo dell’istruzione”.

“Dalla ricerca – prosegue – emerge chiaro come i minori, che già prima della pandemia si trovavano in difficoltà, abbiano maggiormente pagato le conseguenze in termini economici ed educativi. Situazioni di fragilità che, in alcuni casi, i docenti avevano solo ipotizzato e che il Covid ha portato allo scoperto”.

“Ora che li abbiamo ‘visti’ – sottolinea Riccardo Bonechi, direttore Caritas diocesana – dobbiamo trovare il modo di prendercene cura provando a colmare il gap con i loro coetanei”.

E conclude: “I piccoli di oggi saranno i grandi di domani e se non ce ne facciamo carico creeremo le basi per una società più vulnerabile”.

Povertà educativa e didattica a distanza: Quali risposte

Secondo lo studio Caritas, vi è una stretta correlazione tra fragilità economica delle famiglie e povertà educativa dei più piccoli, che spesso si rilevano i nuovi poveri del domani.

L’esperienza dimostra infatti come in Italia la povertà tenda ad incidere maggiormente sui minorenni, sui quali ha anche un effetto più duraturo, compromettendo le possibilità future di emancipazione dalla condizione socio-economica di origine.

Per questo, sottolinea il Report, gli interventi migliori per evitare la trasmissione intergenerazionale della povertà sono quelli di carattere preventivo, piuttosto che quelli riparativi.

Un’attenzione che deve però essere rivolta non solo alle persone che da tempo si trovano in condizioni di svantaggio, ma anche a quel gruppo di popolazione, che manifesta rischi di fragilità sempre maggiori: la cosiddetta fascia dei “nuovi poveri” o “fascia grigia”, che questa pandemia ha fatto emergere in maniera più evidente.  

Ed è proprio l’emergenza sanitaria, un altro dei fattori determinanti della povertà educativa. La diversa situazione di partenza ha infatti comportato, seppur a parità di mezzi materiali forniti dalle scuole (pc/tablet/connessione), un differente accesso alle lezioni, ai contenuti, all’apprendimento.

Oltretutto, si legge ancora nel Report, il blocco delle attività formative e di socialità per coloro che vivono nei contesti più svantaggiati, si sono tradotte nella perdita di motivazione e in un isolamento che facilmente porterà alla crescita della dispersione scolastica e dei NEET, ovvero dei ragazzi fuori dai circuiti educativi e lavorativi.

Ma c’è una via di uscita: ripartire con urgenza dall’investimento sull’infanzia e sull’istruzione; consentire a tutti i bambini di tornare ad apprendere all’interno del contesto scolastico, luogo nel quale viene garantita la “democraticità” del diritto all’istruzione; rafforzare la “coesione sociale”, garantendo la riapertura anche di tutti quegli ambienti di socializzazione necessari per la promozione delle competenze socio-relazionali, come i servizi territoriali dedicati, i centri diurni per minori, le attività sportive, gli oratori.

La sfida, evidenzia in conclusione il Report (scaricabile all'indirizzo web www.caritasfirenze.it) potrà essere vinta solo facendo rete tra le diverse realtà del territorio, volontariato e istituzioni.

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