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Cronaca

Troppi morti per le cure in ritardo: il Covid ha messo in crisi la sanità 'ordinaria'

La denuncia dei sindacati che chiedono assunzioni

Ci sono troppi morti in Toscana per le cure in ritardo: il Covid ha mandato in crisi la sanità ordinaria. E i sindacati calcolano 25mila decessi a causa di diagnosi non tempestive. Lo scrive l'edizione odierna de La Nazione.

In particolare, i sindacati vanno all'attacco sulla carenza di personale e sui rischi che un blocco delle assunzioni potrebbe determinare sul sistema sanitario in un momento delicato come questo, con l'epidemia che ancora impegna gli operatori in ospedale, la vaccinazione in corso, la necessità di recuperare visiste ed esami e la sospensione dei sanitari non vaccinati.

Le cifre

Secondo i sindacalisti Cgil, i ritardi nelle cure avrebbero determinato un incremento di 25mila decessi per altre patologie nel 2020 su tutto il territorio nazionale. E in Toscana mancherebbero oltre 250 medici dell'emergenza e poi anestesisti, cardiologi, ginecologi, ortopedici, chirurghi, radiologi, pediatri, medici di medicina generale. Una carenza che si aggraverà nei prossimi cinque anni.

Da gennaio 2020 a giugno 2021, riporta sempre La Nazione, la Regione ha fatto registrare, tra assunzioni e cessazioni, un incremento di 651 medici su 10.483, pari a al 6,2%. Sempre nello stesso periodo la differenza tra assunzioni e cessazioni per infermieri, tecnici e altre figure è stato di 3.973 unità su 44.273, l'8,9%. In totale si è registrato un incremento di 4.624 professionisti su 54.756, l'8,44%.

In gran parte si tratta di personale dedicato ad attività connesse all'emergenza che non è conclusa, spiegano i sindacalisti Cgil che ritengono necessario considerare il virus un fattore endemico, adeguando la dotazione di personale.

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