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Cronaca

Covid, coppia bloccata nelle Filippine: "Siamo provati". La Farnesina in ritardo

Stanno bene e vivono in hotel col bimbo adottivo. Chiedono di rientrare in Italia per le cure, sconcertante risposta del Ministero degli Esteri

"Stiamo fisicamente bene, moralmente siamo un po' provati". Lo dice, dalle Filippine, Elisabetta Ceccherini, la donna fiorentina bloccata nella capitale Manila, insieme al marito Francesco Sozzi. La loro storia è balzata alle cronache dopo la scoperta che il bambino di otto anni che hanno adottato e che stavano per portare in Italia è positivo al coronavirus.

“Ci manca l’aria”, aveva scritto Elisabetta su Facebook. "Fisicamente: reclusi, semiseparati, distanzianti e continuamente mascherati. Psicologicamente: all’oppressione che tutti proviamo da inizio pandemia, si è aggiunto il macigno di portare finalmente a termine un grande sogno". E ringrazia tutti nella "speranza che arrivi presto per noi il momento di respirare di nuovo a pieni polmoni la rassicurante aria di routine familiare".

Adesso vivono la quarantena nella stanza di un hotel con le mascherine e tutte le protezioni necessarie per evitare di contagiarsi: per adesso non possono ripartire per l'Italia. Così hanno lanciato un appello alle istituzioni. "Abbiamo parlato al telefono con l'ambasciata italiana", racconta Elisabetta a FirenzeToday, che ha anche scritto al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio per segnalare la situazione e chiedere aiuto.

Volevano solo capire "se c'è la possibilità che il nostro Stato ci assista per rientrare in Italia dove possiamo gestire la situazione in maggiore tranquillità e in maggior sicurezza, soprattutto in caso di un eventuale peggioramento delle nostre condizioni di salute", avevano scritto Elisabetta e Francesco nella lettera alla Farnesina.

"Desidero comunicarvi il nostro rammarico per il ritardo con il quale ricevete questa risposta. Tuttavia, l'ingente numero di messaggi ricevuti in questi giorni, non ci permette di rispondere entro i termini auspicati. Voglio assicurarvi di aver inoltrato il vostro messaggio ai competenti Uffici di questo Ministero per i seguiti piu' opportuni", risponde l'ufficio relazioni con il pubblico.

Una email molto e generica e per certi versi sconcertante, in risposta a persone in situazione di seria difficoltà e che già si sono imbattuti nella complessa pratica prevista dal nostro ordinamento per l'adozione internazionale.

Elisabetta e Francesco sono sempre in contatto anche con l'ente di riferimento per l'adozione e non si fanno false aspettative su un intervento per anticipare la data del rientro.

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