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Cronaca

Sollicciano, detenuti in gara dentro il carcere: sognando di correre con i liberi | FOTO

L'iniziativa si è svolta all'interno del carcere fiorentino. Nelle due prove previste hanno partecipato oltre 100 uomini e 7 donne. Tra tre settimane le 'mini olimpiadi', pensando allo sport come svago e rieducazione

Correre per sentirsi un po’ più liberi, almeno per una mattina. E’ questo forse il senso più profondo della corsa campestre, aperta a tutti i detenuti, che si è svolta questa mattina all’interno del carcere di Sollicciano. Era la seconda edizione di “Libertà di correre”, ideata dal presidente dell’associazione sportiva dilettantesca ‘Le Torri’ Sanzio Moretti, con il patrocinio di Regione, Comune e Quartiere 4. Gli uomini, oltre cento partecipanti, hanno ripetuto due volte un circuito interno al comprensorio, per un totale di circa 6 chilometri, mentre sono state 7 le donne a prendere parte alla versione femminile.

“Lo sport è un elemento di sana competizione e può aiutare, nella difficile realtà carceraria, la socializzazione sia tra i vari detenuti sia tra questi e gli agenti penitenziari”, spiega Moretti. Del resto è stata un gara vera, con giudici Uisp a controllare il  regolare svolgimento delle prove. “Rispetto alla routine quotidiana oggi è un momento insolito e di festa per i detenuti – commenta Giuseppe D’Eugenio, presidente del Quartiere 4, nel cui territorio si situa il penitenziario -, un’occasione per aprire le mura del carcere e dare un po’ di speranza, invitando all’attività sportiva, che porta benessere fisico e mentale”.

Libertà di correre al carcere di Sollicciano

E nei volti dei partecipanti in effetti si notano sorrisi e una certa contentezza. Certo, oltre lo svago di una mattina, la realtà carceraria rimane dura. A partire dal costante e traumatico sovraffollamento (questione per la quale l’Italia è stata recentemente richiamata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo). “Qui sono reclusi oltre mille detenuti, quando la capienza regolamentare è inferiore a 500. I detenuti vivono male, perché sono troppi – ammette il direttore del carcere, Oreste Cacurri, che ha accolto con favore l’iniziativa sportiva di questa mattina -. Lo sport è un modo per stemperare le tensioni e un mezzo di rieducazione”. Il peso del sovraffollamento, inoltre, ricade pesantemente anche sulle guardie penitenziarie, spesso sotto organico.

Tornando alla cronaca, le donne hanno percorso i 3 chilometri in 22 minuti, mentre i primi tra gli uomini hanno impiegato, per percorre 6mila metri, 35 minuti. Come premio, ai primi tre classificati di entrambe le categorie, un pacco di generi alimentari (e una coppa a vincitore e vincitrice). A tutti è andata la maglietta dell’evento, con la quale hanno corso. Moretti, assieme al coordinatore Uisp Leonardo Sbolci, si reca periodicamente all’interno della casa circondariale per aiutare i detenuti nell’allenamento.

“E a metà giugno qui a Sollicciano – annunciano i due -, si terranno le mini olimpiadi con salto in alto, in lungo e velocità”. L’idea, complessa nella realizzazione ma possibile, è quella di portare in futuro i detenuti più bravi a partecipare a gare amatoriali esterne al carcere, pensando ad una detenzione che “tenda alla rieducazione del condannato”, come prescrive l’articolo 27 della Costituzione.

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