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Il corridoio Vasariano cede? Si, ma non per il traffico

Per i geologi dell'Università di Firenze che hanno misurato i movimenti del suolo Uffizi il traffico non è un fattore di rischio: "pedonalizzare anche lungarno Acciaioli è solo una scelta di vivibilità"

Il corridoio Vasariano e Ponte Vecchio sono a rischio crollo. A dare l’allarme i consiglieri comunali Marco Stella e Stefano Alessandri (Pdl) che paventano un cedimento dell’area Uffizi per il transito dei veicoli sul lungarno Acciaioli e Archibusieri. Una preoccupazione acuita dal nuovo piano di pedonalizzazione che ha invertito il senso di marcia di questi Lungarni rendendo, a detta dei consiglieri, questo attraversamento “un’autostrada”. Impugnata come prova scientifica del rischio smottamento è una ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze che ha individuato un movimento di 8 mm l’anno del suolo dell’area Uffizi nel periodo compreso dal 2003 al 2007.

La rilevazione e il nuovo piano pedonale che, secondo le stime dei consiglieri, determinerà il passaggio di oltre un milione di veicoli sui lungarni che circondano la Galleria degli Uffizi, sono fattori sufficienti per chiedere la chiusura completa del Lungarno Acciaioli e Archibusieri. “Come possiamo – chiosa Stella – davanti ad un pericolo documentato non preservare un patrimonio mondiale di questa portata?”. I consiglieri si preparano, quindi, a presentare una mozione in consiglio per rendere off limits questa zona a tutti i mezzi a motore.

I dati del Dipartimento di Scienze della Terra si fermano al 2007, dopo cinque anni di rilevazione in tre zone - Uffizi, Porta Romana e San Gervasio - i risultati della ricerca sono stati consegnati a Palazzo Vecchio e divulgati pubblicamente. “Quattro anni fa – spiega il Prof. Nicola Casagli membro del team di ricerca (docente di Geologia Tecnica e Rilevamento Geologico - Tecnico) – oltre ai dati, facemmo presente all’amministrazione le possibili cause dei movimenti che avevamo registrato. Avendo rilevato sprofondamenti circolari – prosegue il docente – abbiamo ricondotto la causa e pompaggi d’acqua utilizzati dai sistemi di condizionamento degli edifici limitrofi”.

Per i ricercatori la causa dei movimenti del sottosuolo dell’area Uffizi sarebbe quindi riconducibile ai sistemi pompaggio d’acqua per condizionare gli edifici della zona che non possono apporre all’esterno le unità centrali dei condizionatori. Una lettura che esclude totalmente il traffico come fattore di pericolo. A tal proposito l’opinione del Professor Casagli non lascia spazio a dubbi: “Il transito di veicoli non mette a rischio la stabilità del suolo”. Un fattore di rischio, invece, potrebbe essere il sottoattraversamento dell’Alta Velocità. “Quello si – afferma il Professore – potrebbe modificare l’assetto ma il transito in superficie è da escludere”.
Un parere scientifico rassicurante che annulla ogni allarme e rende pleonastica la replica dell’Assessore alla Mobilità Massimo Mattei che precisa “i veicoli in transito sui lungarni Acciaioli e Archibusieri sono la metà di prima”. Secondo gli uffici della mobilità, ora il transito sarebbe ridotto a 1 500 veicoli contro i 4 000 del periodo antecedente alla pedonalizzazione. Ma per chi ha condotto la ricerca il numero dei veicoli è del tutto ininfluente.
Quindi per i geologi chiudere il traffico sul lungarno Acciaioli e Archibusieri sarebbe esclusivamente un scelta dettata da criteri di vivibilità e non dal pericolo di crollo. Ma a prescindere dalle cause, l’eventuale allargamento della zona pedonale anche ai Lungarni che circondano il corridoio Vasariano si scontra contro la netta posizione dell’Assessore Mattei: “Non possiamo chiedere ai fiorentini in questa fase, in cui stanno ancora abituandosi ai recenti cambiamenti, ulteriori sacrifici”.

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