Coronavirus: in Toscana tamponi rapidi dal pediatra
Siglato l'accordo tra Regione e sindacati dei pediatri di famiglia
Firmato l’accordo tra Regione Toscana e le organizzazioni sindacali dei pediatri di famiglia (Fimp e Simpef) per potenziare la risposta dell’assistenza territoriale a contrasto della trasmissione del Coronavirus, ricorrendo all’utilizzo dei tamponi rapidi antigenici.
L’intesa raggiunta fa seguito a quelle già sottoscritte con i medici di medicina generale (Fimmg e Snami) proprio in questi giorni.
L’accordo prevede il coinvolgimento dei pediatri di famiglia per effettuare tamponi antigenici rapidi o di altro test di sovrapponibile capacità diagnostica, nel proprio studio, all’interno della forma associativa nella quale operano, dandone comunicazione alla Asl.
Tampone rapido dal pediatra: chi deve farlo e come fare
Il test è rivolto ai contatti stretti asintomatici, individuati dal pediatra di libera scelta oppure individuati e segnalati dal Dipartimento di prevenzione, in attesa di tampone rapido oppure ai casi sospetti, che il pediatra si trovi a dover visitare e che decide di sottoporre a test rapido.
Eseguito il tampone, il pediatra registra la prestazione e il risultato ottenuto sugli appositi sistemi informativi regionali.
In caso di esito positivo il pediatra ne dà tempestiva comunicazione al servizio di Sanità pubblica o alla Prevenzione della propria Asl e raccomanda l’isolamento domiciliare fiduciario, in attesa dell’esito del tampone molecolare di conferma.
Se l’esito è invece negativo, il pediatra rilascia l’attestazione di negatività al paziente.
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Il commento dei sindacati dei pediatri
“Ci siamo resi disponibili, perché comprendiamo la criticità del momento e l’importanza di dare il nostro contributo perché l’applicazione delle misure anti Covid in termini di tracciabilità non gravi esclusivamente sui Dipartimenti di Sanità pubblica" commentano Valdo Flori e Silvia Petralli, segretari regionali Fimp e Simpef.
"I pediatri - aggiungono i segretari - sono, e sempre saranno, accanto ai bambini e alle loro famiglie e faranno tutto ciò che è nelle loro possibilità per la durata dell’emergenza, sempre garantendo la massima sicurezza nello svolgimento della propria attività”.
E se il pediatra non vuole fare i tamponi?
I pediatri che non intendono effettuare i tamponi antigenici rapidi presso i propri studi devono darne immediata comunicazione all’azienda sanitaria, che dovrà identificare le sedi e, nell’ambito del comitato aziendale, concordare le modalità organizzative relative all’effettuazione dei test diagnostici.
In questo caso il test diagnostico sarà effettuato anche agli assistiti degli altri pediatri di libera scelta e sarà rivolto esclusivamente ai contatti stretti asintomatici allo scadere dei 10 giorni di isolamento, identificati in base a una lista trasmessa dal Dipartimento di Prevenzione.