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Cronaca Scarperia

Coronavirus, la strage nelle Rsa: anziana muore, le figlie denunciano

Esposto ai carabinieri. "Nostra madre mai uscita dalla struttura in 10 anni, non soffriva di patologie fisiche"

Un esposto ai carabinieri per chiedere alla magistratura di aprire un’inchiesta sulla morte della madre, spirata lo scorso 2 gennaio a 71 anni all'interno della Rsa "San Francesco" di Scarperia e San Piero (FI), struttura pesantemente colpita dal Covid nel corso della 'seconda ondata'.

A presentarlo, nella giornata odierna, le figlie della vittima tramite il loro legale. "Nostra madre era ricoverata da 10 anni nella struttura e non soffriva di patologie fisiche" sostengono.

"Com’è tristemente noto - spiegano dallo studio legale 3A-Valore che rappresenta le due donne - la struttura, che pure aveva resistito alla prima ondata della pandemia, nella seconda è stata colpita da uno dei focolai più preoccupanti dell’intero Paese, con oltre cento positivi tra degenti (77 dagli ultimi dati, più di metà del totale) e operatori (24) e, purtroppo, almeno una dozzina di decessi (nove solo tra il 29 e il 30 dicembre)".

Tra le tante vittime vi è appunto anche la 71enne, che risiedeva nella stessa Scarperia e San Piero e che è stata ricoverata una decina di anni fa nella locale casa di riposo.

"Una morte, la sua, che fa doppiamente rabbia - spiegano i legali - in quanto la donna non aveva alcuna patologia fisica: si trovava nella struttura perché soffriva di depressione, ma era autosufficiente e aveva bisogno di assistenza solo per la sua patologia di base".

"Purtroppo, però, anche lei è finita in mezzo al contagio generale, risultando presto positiva - aggiungono gli avvocati - nessun dubbio, ovviamente, che la settantunenne abbia contratto il virus all’interno della residenza per anziani, non essendovi mai uscita ed essendo da tempo sospese le visite dei parenti. E’ rimasta in casa di riposo fino al 26 dicembre, giorno in cui, essendosi aggravata, è stata ricoverata all’ospedale Serristori di Figline Valdarno per poi essere subito trasferita, l’indomani, 27 dicembre, al “Ponte a Niccheri”, prima nel reparto di Medicina Covid e poi, dal 29 dicembre, in Terapia Intensiva, dove il 2 gennaio è spirata".

Nell’esposto, oltre a esporre i fatti, i legali delle familiari della vittima chiedono alla magistratura di effettuare "tutti gli accertamenti del caso per verificare i profili di responsabilità in capo al presidente, al direttore sanitario, ai medici, al personale e all’ente gestore della struttura".

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