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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus e scuola, scoppia il caso bus: studenti rischiano di rimanere a piedi

Lettera di Regione Toscana e Anci al governo: se resta un metro di distanza sugli scuolabus, "non saremo in grado di dare risposta alle aspettative degli studenti toscani e delle loro famiglie"

Con le attuali regole emanate dal governo, gli enti locali e la Regione Toscana non saranno in grado, a settembre, di dare risposta alle aspettative degli studenti toscani e delle loro famiglie.

Lo mette nero su bianco la stessa Regione Toscana, con una lettera inviata ai Ministri dell’istruzione, della salute, dei trasporti e al presidente del Consiglio dei Ministri.

La lettera, 'firmata' anche da Anci Toscana e Upi Toscana, sottolinea le difficoltà per il trasporto pubblico scolastico generate dal decreto della presidenza del consiglio dei ministri dello scorso 8 agosto e chiede chiarimenti ed eventuali deroghe che consentano agli studenti di viaggiare - con mascherina - a bordo dei mezzi pubblici ad una distanza analoga a quella che viene accettata in classe, cioè 1 metro.

"Quello che stiamo vivendo – è scritto nella lettera - è un periodo di straordinaria incertezza, nel quale la cornice entro la quale siamo chiamati ad operare è in costante mutazione per motivi che sfuggono completamente al nostro controllo. Sul tema del trasporto pubblico per gli studenti che devono raggiungere le sedi degli istituti scolastici, in Toscana è stato fatto, nei mesi scorsi, un lavoro importante, fino alla faticosa individuazione di un assetto organizzativo nuovo che, utilizzando tutte le risorse di mezzi e di persone disponibili sul territorio poteva consentire di dare agli studenti e alle loro famiglie risposte coerenti con le esigenze scolastiche".

"Questo fino all'entrata in vigore del decreto dello scorso 8 agosto. Le nuove regole in tema di distanziamento anche a bordo dei mezzi di trasporto pubblico - prosegue la lettera - rende assolutamente non sostenibile la prevedibile domanda da parte degli studenti, se non sarà modificato il modello organizzativo degli istituti scolastici, soprattutto in riferimento agli orari di afflusso alle scuole".

Regione, Anci e Upi ricordano anche ai ministri e al premier che il numero dei mezzi disponibili rappresenta una 'invariante' (nonostante sia stato considerato e autorizzato il ricorso all'uso di ncc e bus turistici) attualmente non sufficiente a coprire la domanda se sarà mantenuto l'obbligo di utilizzare esclusivamente il 50/60% dei posti disponibili.

"Per quanto sia oggi impossibile prevedere come le famiglie affronteranno il tema della mobilità nel contesto emergenziale - si conclude la lettera - è grande la preoccupazione di non riuscire a dare le risposte attese. In questo senso sarà importante che si adottino misure coerenti nelle eventuali deroghe. Sarebbe per noi difficile comprendere e spiegare ai cittadini per quale motivo si pensa a deroghe che consentano agli studenti di sedere per ore a meno di un metro quando sono in classe; e non si consenta, invece, sempre con l'uso della mascherina, di sedere alla stessa distanza su un bus o su un treno".

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