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Cronaca

Matrimoni ed eventi, la protesta del settore 'wedding': "Per noi ancora nessuna data di riapertura, fateci lavorare"

Claudia Corsi (Federmep): "Serve programmazione per un settore che solo in Toscana impiega stabilmente 50mila persone"

'Chiediamo una cosa straordinaria: lavorare!', 'Equità e trasparenza nelle decisioni', 'Manifestiamo al governo di essere colpevole di non aver indicato una data di ripartenza per matrimoni ed eventi privati'. Così si leggeva questa mattina sui cartelli al presidio organizzato di fronte alla sede della Regione di piazza Duomo dalla Federmep, l'associazione di categoria che rappresenta le imprese che lavorano nel settore dell'organizzazione di matrimoni ed eventi privati.

"Per prima cosa vogliamo poter ricominciare a lavorare, ci sono protocolli depositati sul tavolo del Comitato tecnico e scientifico in attesa di validazione, per poter ripartire nella piena sicurezza, nostra e dei nostri clienti. Il governo ha annunciato i giorni di riapertura per ogni tipo di attività ma per noi non è stata ancora fissata alcuna data per la ripartenza. Siamo fermi da 14 mesi e nell'ultimo decreto non siamo stati nemmeno nominati", dice Claudia Corsi, consigliera nazionale di Federmep, al presidio con circa un centinaio di persone presenti.

Una decisione che spetta al governo di Roma, "ma siamo qui di fronte alla sede della Regione perché quest'ultima può portare le nostre istanze a chi di dovere, facendo adeguata pressione. Si parla - aggiunge Corsi -, di 50mila operatori economici e 500mila lavoratori coinvolti (300mila stabili e 200mila occasionali) a livello nazionale, con un giro d'affari da 15 miliardi di euro solo per i matrimoni".

Cifre importanti anche per la Toscana, con circa 7mila aziende e 50mila persone impiegate stabilmente, oltre a stagionali e occasionali, con un fatturato annuale complessivo di circa un miliardo nel 2019 considerando gli oltre 20mila eventi realizzati, fatturato nel 2020 crollato del 90%.

"Siamo fermi per decreto da oltre un anno quindi chiediamo anche nuovi e maggiori ristori, con un ampliamento dei sostegni a fondo perduto nei nostri confronti - prosegue la rappresentante di Federmep -. Serve una risposta al più presto perché si tratta di un settore che ha bisogno di una lunga e complessa organizzazione e pianificazione. Per definire un matrimonio possono servire dai due ai 13/14 mesi di tempo".

Nel frattempo, denuncia Federmep, molte coppie ricominciano a spostare o ad annullare le date previste per le nozze. "Perché non è c'è ancora alcuna certezza. Chi aveva fissato un giorno per sposarsi ha già rimandato 2, 3 o 4 volte. Qualcuno ha cancellato proprio. E adesso siamo da capo, rischiamo di perdere altri mesi preziosi", conclude Corsi.

L'associazione di categoria ha anche fatto sapere di non escludere una 'class action' con la richiesta al governo di risarcimento per i danni subiti. Il presidio si è tenuto anche in un'altra decina di città, tra cui Palermo e Roma.

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