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Cronaca Scarperia

Medico deceduto per Covid, il legale della famiglia attacca: “Per l’assicurazione non è morte sul lavoro"

Il dottor Giandomenico Iannucci, medico di Scarperia e San Piero, morì lo scorso 2 aprile

"La memoria e il ricordo del medico di base di Scarperia morto per Covid non può convivere con una querelle giuridica tra assicurazioni: alla moglie e alla giovane figlia sia dato accesso al fondo dedicato istituito dalla Protezione civile”.

Così Roberto d’Ippolito, avvocato e presidente dell'associazione "Politica, Ora!", sulla vicenda del dottor Giandomenico Iannucci, medico di Scarperia e San Piero, deceduto lo scorso 2 aprile per il Covid-19.

Secondo le assicurazioni presso cui aveva stipulato la sua polizza professionale, non si tratterebbe di infortunio per lavoro.

“Una questione che riguarda tutti i sanitari e in particolar modo i medici di famiglia, in prima linea in questa emergenza sanitaria. E’ necessario tutelare la loro professione e soprattutto riconoscere il difficile ruolo di primo presidio che nell’emergenza sanitaria ancora in corso abbiamo visto essere fondamentale - sostiene il legale - La solidarietà è stata sbandierata ovunque, li abbiamo chiamati eroi, e quando si chiede conto di tutta questa disponibilità ci si scontra con la burocrazia”. 

Il fondo è nato con lo scopo di aiutare le famiglie dei sanitari che hanno perso la vita e ha raccolto i contributi d imprese e singoli cittadini. “Esiste questo fondo dedicato al sostegno delle famiglie di medici e infermieri morti sul lavoro - ricorda d’Ippolito -  utilizziamo per aiutare la vedova del dottor Iannucci e la giovane figlia”.

Iannucci è stato il primo medico fiorentino vittima dell'epidemia. Residente a Montorsoli, nel comune di Sesto Fiorentino, avrebbe compiuto 64 anni l’11 aprile.

Era stato ricoverato il 18 marzo scorso in ospedale, dove sembrava avesse manifestato qualche miglioramento. Invece la morte lo ha ghermito lontano dai suoi cari.

A seguito del contagio, vennero immediatamente sanificati gli ambienti ambulatoriali dove operava, a Scarperia e San Piero.

La ricerca dell’Asl Toscana Centro sui contatti comportò l’isolamento per un paio di settimane di una trentina di persone, tutte mugellane.

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